Un cucciolo di orso nero orfano, una squadra di biologi determinati e un piano fuori dagli schemi: crescere un animale selvatico senza farlo affezionare all’uomo. Come? Indossando pellicce vere e maschere da orso.
Sembra una scena da film, invece è tutto vero. Succede in California, dove la San Diego Humane Society sta facendo di tutto per dare una seconda chance a un piccolo sopravvissuto.
Travestiti da orsi per non rovinarlo (davvero)
Pelliccia vera, guanti pesanti, maschera da orso. No, non è un cosplay da brivido, ma la “divisa ufficiale” dei custodi che stanno crescendo un cucciolo di orso nero rimasto orfano nel Los Padres National Forest.
Il piccolo è stato trovato ad aprile da un gruppo di campeggiatori. Nessuna traccia della madre, nessun segnale che potesse sopravvivere da solo. Aveva solo due mesi: troppo piccolo per cavarsela nel bosco, troppo giovane per imparare da sé.
Un cucciolo speciale (e il più giovane mai accolto)

Secondo Autumn Welch, responsabile delle operazioni faunistiche della Humane Society, è il cucciolo più giovane che abbiano mai assistito.
“A quell’età dovrebbe stare 24 ore su 24 con la madre. Non sarebbe sopravvissuto senza aiuto.”
Ecco perché lo staff ha deciso di intervenire. Ma con una regola ferrea: niente imprinting. Il cucciolo dovrà imparare a essere un orso, non un umano travestito da peluche.
Mangia frutta frullata (e baby food)
La riabilitazione è delicata: il cucciolo riceve una dieta speciale, a base di frutta schiacciata e alimenti per neonati, per recuperare forze e peso.
Nessun nome, nessun vezzeggiativo: l’anonimato è parte del processo per evitarne l’addomesticamento.
Tutto — dai pasti ai giochi — serve a una sola cosa: restituirlo alla natura.
Ma funziona davvero?
A quanto pare sì. I custodi hanno testato l’efficacia del travestimento entrando nella sua area senza costume. Risultato?
Il cucciolo è scappato di corsa su un albero. Perfetto.
“È proprio quello che vogliamo”, dice Welch.
Le pellicce usate provengono da donazioni e vengono conservate in contenitori con fieno impregnato dell’odore di orso, preso da un santuario locale. Tutto per rendere l’inganno il più realistico possibile.
Teddy bear e nascondigli: l’asilo nido dell’orso

Nel suo recinto, il piccolo ha:
- Alberi su cui arrampicarsi
- Fieno con odore d’orso
- Pellicce morbide
- Un orsacchiotto gigante (letteralmente) sotto cui dorme
Welch racconta che si rifugia vicino al peluche quando è solo, ci dorme abbracciato, lo tratta come fosse la mamma.
Imparare a essere orso (senza una madre vera)
I custodi lo aiutano a sviluppare le abilità che avrebbe imparato in natura:
- Cercare insetti e radici
- Costruire un nido
- Arrampicarsi sugli alberi
- Evitare contatti con umani
Welch ricorda con affetto un momento chiave:
“La prima volta che ha mangiato un insetto è stato fantastico. Ha scavato nel terreno, ha trovato un coleottero e l’ha divorato.”
Una missione che costa (ma vale)

Gestire tutto questo non è semplice: servono maschere da orso, cibo speciale, attrezzature. Il conto? Circa 72.000 dollari in un anno.
Ma per chi lavora al progetto, non c’è dubbio:
“È un lavoro d’amore. Vederlo tornare libero, un giorno, sarà la cosa più bella in assoluto.”
Non sono i soli
Anche altri centri usano travestimenti strategici:
- In Virginia, maschere da volpe per i kit orfani
- In Sudafrica, costumi da gru per insegnare ai pulcini a bere
In fondo, ogni specie ha il suo linguaggio. E se imparare a essere un animale selvatico significa giocare con un peluche gigante travestiti da mamma orsa… che ben venga.
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Spoiler: peluche giganti inclusi.