Gli astronomi della Macquarie University hanno recentemente osservato qualcosa di davvero estremo: un pianeta gigante, ultracaldo e inesorabilmente destinato a scomparire. Si chiama TOI-2109b, ed è un pianeta gioviano caldo situato a circa 870 anni luce dal nostro pianeta. La sua orbita attorno alla stella madre è così ravvicinata da completarsi in appena 16 ore ed è un record assoluto per la categoria.

Parliamo di un mondo con una massa quasi cinque volte superiore a quella di Giove e un diametro quasi doppio; colmo dell’ironia, orbita più vicino alla sua stella di quanto Mercurio faccia con il nostro Sole. Per capirci: Mercurio ci mette 88 giorni a completare un’orbita, mentre TOI-2109b lo fa in meno di una giornata terrestre. Un dato che rivela quanto sia spinto ai limiti questo sistema.
TOI-2109b: un decadimento orbitale osservabile in tempo reale
Guidato dal dott. Jaime A. Alvarado-Montes, il team ha combinato i dati raccolti tra il 2010 e il 2024 da più telescopi terrestri, dal satellite CHEOPS dell’ESA e dalla missione TESS della NASA e analizzando i tempi di transito (ovvero le lievi variazioni nella luce della stella quando il pianeta le passa davanti), i ricercatori hanno rilevato un progressivo decadimento orbitale: la durata dell’orbita si sta riducendo di almeno 10 secondi ogni tre anni.

In pratica, TOI-2109b si sta lentamente avvicinando alla sua stella. Una spirale gravitazionale che può avere tre possibili finali:
- Distruzione per forze mareali, che potrebbero frantumare il pianeta come in una scena da film catastrofico;
- Assorbimento diretto da parte della stella, in un tuffo cosmico senza ritorno;
- Evaporazione dell’atmosfera gassosa, lasciando solo un nucleo roccioso, una sorta di “scheletro planetario”.
Un laboratorio naturale per l’evoluzione dei pianeti
“Questa configurazione estrema è un laboratorio naturale per studiare fenomeni ancora poco compresi dell’astrofisica planetaria“, spiega il dott. Alvarado-Montes che poi aggiunge: “TOI-2109b potrebbe aiutarci a capire meglio come evolvono i sistemi solari e quali destini attendono i giganti gassosi che orbitano troppo vicino alla propria stella.“

Una delle ipotesi più interessanti emerse dallo studio è che alcuni pianeti rocciosi in altri sistemi non siano mai stati tali sin dall’inizio, ma siano in realtà nuclei residui di antichi giganti gassosi, completamente spogliati dalla radiazione stellare: una possibilità che potrebbe riscrivere il modello evolutivo dei pianeti come lo conosciamo.
Cosa aspettarsi nei prossimi anni
Il monitoraggio continuerà per almeno altri 3-5 anni, periodo durante il quale gli astronomi potranno osservare direttamente le variazioni orbitali previste ed è un’occasione unica: seguire in tempo reale il destino di un mondo condannato, come se stessimo assistendo al tramonto finale di un sistema solare lontano.
TOI-2109b è molto più di una curiosità cosmica: è una finestra sul futuro (e sul passato) dei pianeti, che potrebbe fornirci indizi preziosi sull’evoluzione anche del nostro stesso Sistema Solare.