Dopo Facebook, Google e il servizio di telefonia mobile Tim ad essere passate al setaccio dei vari garanti della privacy, adesso è il turno di Tinder, dating app famosa per aggiungere nuove prede ai vari carnet degli stacanovisti dell’alcova. Pare infatti che l’app sia invasa da Tinder molestatori, love scammer e profili fake.
È le Data Protection Commission irlandese che ha richiesto un’indagine formale dopo essere stata subissata di lamentele da innumerevoli utenti, non solo in Irlanda, ma anche in altri Paesi dell’Unione.
Quali sono le preoccupazioni principali? Naturalmente non possono mancare i profili fake, la ciurma di molestatori sporcaccioni che si sentono autorizzati a dare libero sfogo ai loro istinti, alcuni casi tristemente sfociati in stupro, dove Tinder diventa habitat ideale per predatori sessuali, i love scammer, che si approfittano di donne e uomini fragili per estorcere loro del danaro e infine minorenni che si fingono maggiorenni.
L’Autorità irlandese, in un comunicato ufficiale, ha dichiarato: “L’indagine del DPC si occuperà di stabilire se la società è in possesso delle basi legali per l’elaborazione dei dati personali dei suoi utenti e se rispetta gli obblighi in qualità di responsabile del trattamento con riguardo alla trasparenza e al rispetto delle richieste dei soggetti titolari dei diritti”. Le norme a cui ci si riferisce sono quelle stabilite dalla General Data Protection Regulation, o GDPR.
Match Group, proprietaria di Tinder, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale: “La trasparenza e la protezione dei dati personali dei nostri utenti è di primaria importanza per noi. Stiamo collaborando pienamente con la Data Protection Commissione continueremo a rispettare GDPR e tutte le leggi applicabili”. La società dei cyber incontri non si tira indietro, vista la gravità delle accuse.
Anche il sottocomitato alla U.S. House Oversight and Reform sulla politica economica e dei consumatori sta indagando sulle politiche che interessano i vari servizi forniti da Tinder. L’indagine si basa su richieste tanto chiare quanto allarmanti: politiche sulla privacy dei servizi e i dettagli su ciò che gli utenti vedono quando accettano i termini di privacy, età degli iscritti, direttamente legata ai reclami relativi ad aggressioni, stupri o alle attività illecite dei predatori sessuali.
Uno dei fondatori di Tinder, nel lanciare la sua app, disse: “Non importa chi sei, ci si sente più a proprio agio quando ci si avvicina a qualcuno se sai che vuole che sia tu ad approcciarlo“. Quindi si tratta di avere il requisito della veggenza. Evidentemente non tutti i tinderini ne sono in possesso e dovranno fare i conti con diverse accuse di molestie. Non tutti per fortuna.