Quasi 90 anni dopo la morte dell’ultimo tilacino –comunemente note come tigre della Tasmania, o lupo della Tasmania– un gruppo di scienziati dell’Università di Melbourne, in Australia, sta tentando di riportare in vita il marsupiale estinto.
Secondo quanto riportato nel corso degli anni, si pensa che i tilacini (nonostante siano un marsupiale e non assomigli per niente a una tigre a parte la loro schiena a strisce), si siano estinti nel 1936, quando Benjamin –l’ultimo membro confermato della specie– morì in cattività allo Zoo di Beaumaris di Hobart.
Nonostante ciò, a distanza di molto tempo dalla morte di Benjamin, ci sarebbero dei report di avvistamenti di tilacini in natura, con molte persone che speravano che potessero essere ancora vivi da qualche parte al di fuori dello zoo, speranza alimentata, tra l’altro, da recenti situazioni anomale, per esempio nel 2019 fu ritrovata su un’isola delle Galapagos una tartaruga gigante le cui ultime testimonianze risalivano a 113 anni prima.
Nel settembre 2019, il Dipartimento delle industrie primarie, dei parchi, dell’acqua e dell’ambiente della Tasmania ha pubblicato un documento di otto possibili (ma non verificati) avvistamenti nei tre anni precedenti, con il Thylacine Awareness Group che crede persino che l’animale vaghi ancora per l’Australia continentale.
Tuttavia fino ad oggi, come prova, sono stati offerti solo filmati occasionali e di bassa qualità, tuttavia uno studio pubblicato nel 2017 ha affermato che le probabilità che siano ancora vivi fosse di una su 1.6 trilioni, mentre un altro studio svoltosi nel 2018, sebbene non fosse d’accordo con il numero statistico, ha comunque ritenuto che fosse probabilmente estinto, anche se “c’è abbastanza incertezza per far si che ci sia ancora una piccola possibilità.”
La scelta di riportare in vita il tilacino
Nonostante persistesse in Tasmania fino agli anni ’30, si ritiene che la specie sia stata spazzata via dall’Australia continentale circa 3.000 anni fa. Da allora gli scienziati hanno sequenziato il genoma dell’animale e, con questo, il team di Melbourne spera di “de-estinguerlo”, ma con quali fondi? Beh, il laboratorio ha ricevuto un regalo filantropico di 5 milioni di dollari come aiuto per la loro ricerca.
“Grazie a questo generoso finanziamento siamo a un punto di svolta in cui possiamo sviluppare le tecnologie per riportare potenzialmente in vita una specie dall’estinzione e aiutare a salvaguardare altri marsupiali sull’orlo della scomparsa”
ha detto in un comunicato stampa il professor Pask, della School of BioSciences dell’Università di Melbourne, che poi in seguito ha aggiunto:
“La nostra ricerca propone nove passaggi chiave per l’estinzione del tilacino. Una delle nostre più grandi scoperte è stata il sequenziamento del genoma del tilacino, fornendo un progetto completo su come costruire essenzialmente un tilacino“.
A detta di Pask, il finanziamento consentirà al laboratorio di andare avanti e concentrarsi su tre aree chiave: migliorare la comprensione del genoma del tilacino, sviluppare tecniche per utilizzare le cellule staminali marsupiali per creare un embrione, ed infine elaborare un modo per trasferire con successo l’embrione in un utero surrogato ospite, come un dunnart o un diavolo della Tasmania.
Il team ritiene che la reintroduzione della specie sarebbe vantaggiosa non solo per le specie resuscitate, ma per interi ecosistemi, questo in quanto, come afferma il dottor Park:
“Di tutte le specie proposte per la disestinzione, il tilacino ha probabilmente il caso più convincente.
L’habitat della Tasmania è rimasto sostanzialmente invariato, fornendo l’ambiente perfetto per reintrodurre il tilacino ed è molto probabile la sua reintroduzione sarebbe vantaggioso per l’intero ecosistema”.
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