Tik Tok, social network cinese dedicato ai giovanissimi, fa ancora discutere a causa della mancata tutela della privacy dei suoi utenti, tanto da fare prendere le giuste contromisure dal Garante della Privacy dell’Italia, Antonello Soro, che in una lettera ufficiale alla Edpb (Comitato europeo per la protezione dei dati) ha dichiarato di avere avuto delle segnalazioni sull’app della ByteDance di Pechino poco rassicuranti, riguardanti una presunta violazione della privacy dei tiktoker.
Soro, preoccupato per l’utilizzo inappropriato che potrebbero avere le informazioni che gli adolescenti italiani rilasciano al momento dell’iscrizione su Tik Tok, nella lettera inviata al Comitato europeo per la protezione dei dati personali, ha dichiarato: “Sono già pervenute all’Autorità italiana alcune segnalazioni in merito alle possibili vulnerabilità che presenta questa app per smartphone e di come anche altre Autorità, come l’Ico inglese e l’Ftc americana, abbiano già proceduto ad avviare indagini autonome“.
Il Garante per la privacy italiano allerta l’Europa indicando: “La necessità di procedere in maniera forte e coordinata, anche in considerazione della delicatezza e della rilevanza di questo tipo di piattaforme, rivolte soprattutto alle fasce di utenti più giovani”. L’ Edpb, costituita da tutti i Garanti della privacy d’Europa, si riunirà il 28-29 febbraio per discutere sulla questione è dare vita ad un team di esperti che facilitino la risoluzione del problema, senza degenerare in rischiosi incidenti diplomatici.
TikTok sotto osservazione non solo in Europa
Anche gli Stati Uniti non hanno mai visto di buon occhio Tik Tok, che essendo un’app cinese è stata sospettata di spionaggio da parte dei servizi segreti USA. Non solo, il social pechinese è stato denunciato negli States con una class action, con l’accusa di un utilizzo sconveniente dei dati informatici dei giovanissimi americani. I sospetti su Tik Tok hanno raggiunto anche i Marines, a cui è stato vietato l’utilizzo del social network direttamente dalla Difesa Americana.
Soro, al riguardo, ha precisato: “Il tema non è quello di accodarsi agli Stati Uniti, che hanno le loro motivazioni per mettere sotto accusa Tik Tok, giuste o sbagliate che siano. Noi, come europei, dobbiamo quantomeno sapere cosa accade dei dati e se ci sono delle falle su un social network che è particolarmente diffuso fra i nostri figli. Noi europei dobbiamo pensare a proteggerci. Sul fronte dei dati abbiamo un accordo con gli Stati Uniti come con il Giappone. Rispetto alla Cina e ai suoi servizi digitali, dal commercio elettronico ai social network, siamo completamente scoperti. Sono anni che lo ripeto”.
Tik Tok, creato nel 2016, dopo la fusione con musical.ly in soli 3 anni ha conquistato oltre 500 milioni di adolescenti attivi in tutto il mondo e quasi un miliardo sono i fruitori non attivi ma registrati sotto i 30 anni, mettendo a dura prova il principale competitor californiano Snapchat.
La dichiarazione di intenti dell’app cinese è apparentemente innocua: “Catturare e presentare la creatività globale, le conoscenze e i momenti preziosi della vita quotidiana”. Tik Tok si è diffuso in 150 Paesi, è stato tradotto in 75 lingue e gli adolescenti lo adorano perché possono dare libero sfogo al loro lato creativo e inseguire il sogno esteso dei nativi digitali di diventare influencer di successo tramite video divertenti, tutorial, balli e l’immancabile comicità involontaria dei pet che alla fine sono le vere star dei social. Magari anche gli animalisti insorgeranno per tutelare il diritto alla privacy dei “pelosetti“. Non ci meraviglierebbe.