TikTok in questi mesi sta affrontando una bufera riguardo alla sicurezza dei dati sia in Unione Europea che America. Il governo Inglese pur ormai essendo uscito dall’UE, per esempio, ha preso una drastica decisione di cui ti abbiamo parlato qui. A ogni modo, oggi ci sono dettagli in merito a questo criticato social e noi vogliamo condividerli con te!
TikTok: il CEO, non riesce a convincere il Congresso USA sulla sicurezza dei dati
In questi giorni, il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, è stato interrogato per circa cinque ore dai legislatori americani del Congresso. Stiamo ovviamente parlando di quello presidiato dalla commissione per l’energia e il commercio della Camera sulla sicurezza dei dati e sui contenuti dannosi della ormai famosissima app dell’azienda. Già questo di per sé farebbe notizia, in quanto l’uomo non è solito apparire in pubblico. Ovviamente la presenza era obbligatoria in quanto l’assedio dell’America al social è sempre più pressante. L’inizio non è stato dei migliori con un:
“Signor Chew, siete qui perché il popolo americano ha bisogno della verità sulla minaccia che TikTok rappresenta per la nostra sicurezza nazionale e personale”
I motivi però sono più che giustificati. Gli USA (e non solo) sono fermamente convinti che i dati raccolti dal social possano finire nelle mani del governo cinese. L’ipotesi ti potrebbe sembrare irreale ma in realtà non se ne parla da oggi e alcune leggi interne al Paese consentirebbero al Governo di richiedere senza alcun tipo di opposizione i dati all’azienda.
Veniamo ora nei dettagli: l’uomo è stato incalzato su una serie di tematiche molto interessanti. Si spazia dalle pratiche di moderazione dei contenuti di TikTok al come l’azienda pensa di proteggere i dati americani dal governo Cinese fino ad argomenti legati allo spionaggio.
Inutile dire che le risposte non sono piaciute più di tanto al congresso. Il CEO della compagnia ha affermato che l’azienda è molto attenta alla sicurezza dei suoi utenti e ha negato senza ombra di dubbio che ciò sia un rischio per la sicurezza nazionale. Ha ribadito il piano dell’azienda per proteggere i dati degli utenti americani conservandoli su server proprietari Oracle. Ha anche negato che ByteDance sia un agente della Cina o di qualsiasi altro paese.
Tuttavia, il CEO è stato definito “evasivo” durante la sua testimonianza da diversi membri del comitato, e si è rifiutato di parlare apertamente dei suoi legami con il Partito Comunista Cinese. Tra i fattori più preoccupanti c’è senza dubbio quello inerente al fatto che l’uomo sembra anche essere d’accordo in merito al fatto che probabilmente molti dipendenti di ByteDance siano membri del PCC.
Non si tratta di bazzecole, in questi anni abbiamo provato su pelle come avere in mano dati personali, molte volte sia sinonimo di avere in mano un potere indicibile. Utilizzare questi dati per propagande mirate potrebbe seriamente compromettere persone e/o Paesi interi.
Come se non bastasse abbiamo degli esempi sotto il nostro naso. Qualche anno fa il prestigioso Guardian ha scritto che TikTok stava istruendo i suoi moderatori a censurare i video che menzionano piazza Tiananmen e alcune immagini che mettevano in cattiva luce il governo.
Non è chiaro cosa succederà ora ma sicuramente ti terremo informato in merito a una notizia che ci tocca tutti da vicino!