La costruzione della stazione spaziale cinese è in corso e, l’elemento centrale di quest’ultima, Tianhe, è stato lanciato nell’orbita terrestre lo scorso 28 aprile, decollando alle 23:23. EDT (03:23 GMT del 29 aprile) in cima a un razzo Long March 5B per carichi pesanti dal sito di lancio della navicella spaziale Wenchang sull’isola di Hainan.
Il modulo è lungo 54 piedi (16,6 metri), ed è noto come Tianhe (“Armonia dei Cieli”), è il primo componente della stazione spaziale cinese ad essere lanciato.
Tianhe sarà in seguito affiancato –nell’orbita terrestre bassa– da due elementi leggermente più piccoli, formando una stazione spaziale a forma di T che la Cina intende completare entro la fine del 2022.
Tuttavia Tianhe andrà in azione considerevolmente prima di allora: un veicolo spaziale cargo cinese dovrebbe visitare il modulo il mese prossimo, inoltre se tutto andrà secondo i piani senza alcun tipo di intoppo, tre astronauti saliranno a bordo a giugno.
I predecessori di Tianhe e il suo percorso
La Cina ha iniziato a gettare le basi per il lancio di Tianhe un decennio fa, parliamo infatti del settembre 2011 quando la nazione lanciò un prototipo di laboratorio spaziale chiamato Tiangong 1, per continuare a costruire il suo set di abilità di volo spaziale umano, oltre a testare le tecnologie necessarie per assemblare e mantenere una grande stazione spaziale nell’orbita terrestre.
La navicella spaziale Shenzhou 8 senza equipaggio attraccò autonomamente a Tiangong 1 nel novembre 2011 dopodiché, nel giugno 2012, Shenzhou 9 trasportò tre astronauti al laboratorio spaziale per un soggiorno di due settimane.
Un anno dopo, altri tre membri dell’equipaggio fecero visita a Tiangong 1 per due settimane, il tutto durante la missione Shenzhou 10. Da ricordare comunque che il programma Shenzhou aveva come punto di partenza tre voli spaziali umani orbitali con equipaggio, avvenuti ancora prima delle visite di Tiangong 1, infatti inviarono astronauti in volo nel 2003, 2005 e 2008.
Dopo l’ultima operazione del 2021, nessun veicolo con equipaggio ha oscurato, con la sua presenza, la porta di Tiangong 1, tuttavia la Cina lanciò un secondo laboratorio spaziale, Tiangong 2, nel settembre 2016. Il mese successivo, Shenzhou 11 inviò tre astronauti a Tiangong 2, e questa volta rimasero a bordo per un mese.
Nell’aprile 2017, la nave da carico senza equipaggio Tianzhou 1 attraccò con Tiangong 2, andando a rifornirla di carburante, anche e soprattutto per alimentare il laboratorio spaziale. Tianzhou 1 ha ripetuto questa danza di attracco-rifornimento altre due volte nei successivi cinque mesi, mettendo in mostra capacità che sono molto utili per gli operatori delle stazioni spaziali.
Sebbene tutto sembrasse perfetto, né Tiangong 1 né Tiangong 2 sono ancora lì in alto nei cieli. Il primo laboratorio spaziale cadde sulla Terra in modo incontrollato nell’aprile 2018, bruciando nell’Oceano Pacifico meridionale.
Per quanto riguarda il secondo, la Cina riuscì a mantenere il controllo su Tiangong 2 fino alla fine, guidando il velivolo alla sua scomparsa nel luglio 2019, anche lui nell’Oceano Pacifico meridionale.
Tianhe, il primo tassello per una stazione spaziale enorme
Quando sarà operativa, quindi entro la fine del 2022 visto che Tianhe è già lì, la Stazione Spaziale Cinese sarà solo il 20% più massiccia della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che penderebbe la bilancia a circa 460 tonnellate qui sulla Terra.
Differenza sostanziale tra l’ISS e la SSC (stazione spaziale cinese) è che mentre la ISS ospita abitualmente sei o sette astronauti alla volta, la versione cinese dovrebbe ospitare equipaggi di tre persone.
Sebbene le dimensioni potrebbero far pensare al peggio, la Cina prevede di concentrare molte attività di ricerca in questo pacchetto più piccolo: un esempio, la stazione sarà caratterizzata da 14 rack per esperimenti interni e più di 50 punti di aggancio esterni per strumenti progettati per raccogliere dati nell’ambiente spaziale, come riportato di recente da Scientific American.
I responsabili della stazione cinese hanno già selezionato circa 100 esperimenti da condurre sul velivolo, e alcuni di loro potrebbero iniziare a raccogliere dati già dal prossimo anno, sempre secondo quanto riportato da Scientific American.
Non tutte queste indagini saranno eseguite da scienziati cinesi. Nove esperimenti internazionali sono già stati selezionati per volare sulla stazione attraverso un programma gestito congiuntamente dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari spaziali esterni e dall’Agenzia spaziale cinese con equipaggio, e ulteriori sollecitazioni di questo tipo sono attese in futuro.
Nessuno di questi nove progetti di ricerca ha sede negli Stati Uniti, il che non sorprende affatto. La legge degli Stati Uniti proibisce alla NASA e all’Office of Science and Technology Policy della Casa Bianca di cooperare con le loro controparti cinesi su attività legate allo spazio, a meno che il Congresso non abbia concesso l’approvazione di tale cooperazione in anticipo.
Questo divieto, che è in vigore dal 2011, è noto come l’Emendamento Wolf dal nome del suo campione, l’ex Rep. Frank Wolf (R-Virginia).
La Cina, tra le altre cose, non è un partner del consorzio ISS, guidato dalle agenzie spaziali di Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone e Canada.
La Cina prevede anche di lanciare un potente telescopio spaziale nel 2024, quest’ultimo occuperà un’orbita simile a quella della stazione spaziale –hanno detto i funzionari cinesi–, consentendo il rifornimento, l’aggiornamento e la manutenzione del telescopio in modo relativamente efficiente.
C’è un precedente per questo lavoro in orbita: gli astronauti della NASA hanno riparato il telescopio spaziale Hubble durante cinque missioni dello space shuttle dal 1993 al 2009, tuttavia ogni volta dovevano lanciarsi su Hubble dalla Terra in quanto non c’era una stazione spaziale nelle vicinanze che fungesse da struttura di sosta.
(Hubble vola a circa 90 miglia, o 150 chilometri, più in alto della ISS, che ha iniziato a ospitare continuamente astronauti nel novembre del 2000).
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