Hai mai pensato che un’auto potesse essere scambiata per un asteroide? Sembra assurdo, ma è successo davvero: la Tesla Roadster di Elon Musk, lanciata nello spazio nel 2018, è stata per poche ore catalogata come un corpo celeste.
L’equivoco della Tesla nello spazio
Tutto è iniziato con la scoperta di un oggetto celeste, denominato 2018 CN41, avvistato da un astrofilo a circa 240.000 chilometri dalla Terra. A prima vista, sembrava un asteroide near-Earth, ma la verità era molto diversa. Il Minor Planet Center, che tiene traccia di asteroidi e comete, ha rapidamente inserito l’oggetto nel suo catalogo. Poi, meno di 24 ore dopo, il colpo di scena: quell’oggetto non era un asteroide, ma proprio la Tesla Roadster lanciata nello spazio da Musk come carico di prova del primo volo del razzo Falcon Heavy.

Ma come è possibile scambiare un’auto per un asteroide?
L’orbita della Tesla nello spazio profondo ha ingannato inizialmente gli strumenti e le analisi. L’auto, equipaggiata con un manichino chiamato Starman, segue una traiettoria simile a quella degli oggetti naturali. Tuttavia, grazie alla collaborazione tra astronomi professionisti e amatoriali, l’equivoco è stato chiarito.
Questo episodio curioso mette in evidenza una realtà sorprendente: lo spazio profondo è ancora una frontiera poco regolamentata, e non è raro che veicoli spaziali vengano confusi con corpi celesti.
Un problema di trasparenza nello spazio
Lo spazio intorno alla Terra, fino alle orbite più alte, è monitorato principalmente da enti come la U.S. Space Force. Ma quando si parla di spazio profondo, la situazione cambia: non esiste un sistema globale che tenga traccia dei veicoli lanciati. Questa mancanza di regolamentazione ha portato in passato a simili equivoci. Per esempio, alcune sonde spaziali come Rosetta o BepiColombo sono state temporaneamente identificate come asteroidi.
Cosa ci insegna questa storia?
L’equivoco della Tesla Roadster è un invito a riflettere sulla necessità di migliorare il monitoraggio degli oggetti nello spazio. Le aziende private e le agenzie spaziali dovrebbero collaborare per garantire una maggiore trasparenza e per evitare che episodi come questo si ripetano.
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