Il 12 febbraio 2020, il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA a Pasadena, California, ha pubblicato una nuova versione di un’immagine molto speciale per celebrare il 30° anniversario di una delle viste più iconiche della missione Voyager. Quest’immagine è conosciuta come il “Puntino Blu Pallido” (Pale Blue Dot). Utilizzando moderni software e tecniche di elaborazione delle immagini, ma rispettando l’intento di chi ha pianificato l’immagine originale, questa nuova versione offre una vista aggiornata e più nitida.
Perché è così speciale questa immagine?
L’immagine originale mostra il nostro pianeta come un singolo, brillante pixel blu nel vasto spazio. Raggi di luce solare, dispersi all’interno delle ottiche della fotocamera, attraversano la scena; uno di questi raggi ha intersecato in modo drammatico la Terra. Questa vista è stata ottenuta il 14 febbraio 1990, solo pochi minuti prima che le fotocamere di Voyager 1 venissero spente intenzionalmente per conservare energia, poiché la sonda, insieme alla sua gemella Voyager 2, non avrebbe più fatto incontri ravvicinati con altri oggetti durante la sua vita operativa.
Il contesto della missione Voyager
La famosa vista del Voyager 1 faceva parte di una serie di 60 immagini progettate per produrre quello che la missione definiva il “Ritratto di Famiglia del Sistema Solare”. Questa sequenza di comandi di puntamento della fotocamera ha restituito immagini di sei dei pianeti del sistema solare, nonché del Sole. La vista del Puntino Blu Pallido è stata creata utilizzando le immagini a colori della Terra scattate da Voyager.
Il nome popolare di questa vista è tracciato fino al titolo del libro del 1994 di Carl Sagan, scienziato dell’imager di Voyager, che originò l’idea di utilizzare le fotocamere di Voyager per immortalare la Terra distante e ha giocato un ruolo critico nell’abilitare le immagini del ritratto di famiglia.
Le sonde sono state costruite dal JPL, che continua a operare entrambe. Il JPL è una divisione del Caltech a Pasadena. Le missioni Voyager fanno parte dell’Osservatorio del Sistema Eliofisico della NASA, sponsorizzato dalla Divisione di Eliofisica della Direzione delle Missioni Scientifiche a Washington.
E tu, cosa provi quando guardi quella piccola sfera blu nel grande vuoto dello spazio? Ti fa riflettere sul nostro posto nell’universo?