Hai presente quando accendi una nuova reflex e fai la tua prima foto? Ecco, il Vera C. Rubin Observatory ha fatto lo stesso. Solo che invece di immortalare un tramonto, ha beccato oltre 10 milioni di galassie. Al primo scatto. Sì, milioni.
Benvenuto nell’era del telescopio che cambierà per sempre il modo in cui guardiamo l’universo.
Un test da record (e non è neanche iniziato)

Le immagini che stai vedendo non sono nemmeno “il vero inizio”. Sono solo una manciata di test preliminari, registrati in dieci ore scarse. Eppure hanno già messo in luce:
- oltre 2.100 nuovi asteroidi, di cui sette potenzialmente vicini alla Terra
- dettagli invisibili nelle nebulose Trifida e Laguna
- e quella che potremmo definire la prima anteprima cinematografica dell’universo.
Perché sì, questo telescopio riprenderà il cielo ogni notte, come una videocamera che fa time-lapse dell’intero cosmo. Il nome del progetto dice già tutto: Legacy Survey of Space and Time. Altro che trailer.
La fotocamera grande quanto un’utilitaria
Il cuore del Rubin è un mostro di precisione: una fotocamera grande come un’auto, capace di catturare immagini tanto dettagliate che per visualizzarne una sola servirebbero 400 TV in 4K.
Ogni immagine è l’equivalente visivo di 45 lune piene. E no, non è un’esagerazione: è fisica applicata. E astrofotografia con gli steroidi.
Ma non è solo questione di grandezza. Il Rubin combina:
- uno specchio da 8,4 metri
- una velocità di scansione folle
- e un campo visivo ultra-wide
Risultato? Riuscirà a scovare asteroidi interstellari, oggetti oscuri e perfino eventi catastrofici come supernove in tempo reale.
Un occhio sul cielo del sud

Costruito sulle Ande cilene, in cima al Cerro Pachón, il Rubin è strategicamente piazzato per avere una visuale privilegiata sul centro della Via Lattea. Il primo vero scatto scientifico (“first light”) è previsto per il 4 luglio 2025. Sì, il giorno dell’indipendenza americana. Non male come fuochi d’artificio.
Il cielo del sud è perfetto per osservare galassie lontane, nebulose incastonate tra le stelle, e quegli oggetti oscuri che ci sfuggono da decenni. E col Rubin, tutto questo diventa un film in altissima definizione.
Un mosaico di stelle e polvere

Tra le immagini pubblicate finora spicca il mosaico della Trifid e Lagoon Nebulae, due regioni di formazione stellare così dense di gas e polveri da sembrare nuvole spaziali. Il Rubin ha messo insieme 678 foto in 7 ore per mostrarci dettagli mai visti, come filamenti di polvere e nubi di idrogeno illuminate da stelle neonate.
Ma la vera bomba è un’altra: un video costruito da oltre 1.100 fotogrammi che parte da due galassie in primo piano e zooma fino a mostrare oltre 10 milioni di galassie. E parliamo solo dello 0,05% di quelle che il Rubin osserverà nei prossimi 10 anni. Hai capito bene. Lo zero virgola zero cinque per cento.
Rubin = fabbrica di scoperte

L’obiettivo principale del Rubin è diventare una macchina per la scoperta. Ogni notte registrerà variazioni di luminosità, movimenti sospetti, esplosioni cosmiche, comete in corsa. E permetterà ad altri telescopi di puntare dritti su quello che davvero conta.
Come ha detto il fisico Aaron Roodman (Stanford/SLAC), il Rubin non solo vedrà l’universo in modo nuovo, ma lo vedrà cambiare in tempo reale.
Ed è proprio questo a renderlo speciale: non una semplice macchina fotografica del cosmo, ma un diario visivo di tutto ciò che si muove, esplode, scompare o nasce là fuori.
E poi c’è il mistero più grosso: l’energia oscura

Il Rubin porterà avanti anche l’eredità scientifica della sua omonima: Vera Rubin, l’astronoma che per prima trovò indizi solidi sull’esistenza della materia oscura.
Il suo nuovo osservatorio farà molto di più: cercherà anche tracce dell’energia oscura, quella forza misteriosa che sta accelerando l’espansione dell’universo. Non la possiamo vedere, ma possiamo osservarne gli effetti su miliardi di galassie in movimento.
E con la capacità di osservare lo stesso pezzo di cielo ogni due o tre notti per dieci anni, il Rubin è lo strumento perfetto per studiarla.
Ti sembrava già enorme? È solo l’inizio
Questo osservatorio è appena entrato in funzione e ha già mostrato:
- nuovi asteroidi
- nuove galassie
- nuove meraviglie cosmiche
E tutto questo prima ancora che cominci la vera missione scientifica.
Ci aspettano dieci anni di scoperte. Dieci anni di immagini che ci faranno riscrivere libri, teorie e forse anche un po’ di filosofia. Perché quando guardi il cielo così da vicino, ti rendi conto che l’universo ha ancora un sacco di segreti da raccontare.
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