I tatuaggi sono una forma di espressione personale che affonda le radici in tradizioni millenarie. Tuttavia, con l’avvento della tecnologia, anche quest’arte si trova a confrontarsi con nuovi strumenti, come l’intelligenza artificiale. Il risultato? Una polemica accesa tra tradizionalisti e innovatori.
Il caso di Kaarina Vuorinen
Kaarina Vuorinen, una residente di Helsinki di 30 anni, si è trovata al centro della discussione quando ha scoperto che il suo tatuatore aveva utilizzato un generatore d’immagini basato sull’IA per progettare il suo tatuaggio. La rivelazione è avvenuta nel bel mezzo della sessione per il suo pezzo neo-tradizionale: una spada gotica.
“Era orgoglioso del lavoro,” ha raccontato Vuorinen al Wall Street Journal, “ma io ero scioccata e delusa.” Sebbene abbia deciso di far completare il tatuaggio, non riesce a sentirsi pienamente soddisfatta. “È bello,” ha ammesso, “ma non ha un’anima.”
La reazione del mondo dei tatuaggi
Molti tatuatori tradizionalisti condividono la frustrazione di Vuorinen. Per loro, l’utilizzo di generatori d’immagini è simile al doping nello sport. “È come barare,” ha dichiarato Matt Doherty, un tatuatore del New Jersey. “L’IA spesso si basa su opere già esistenti, pubblicate da altri artisti, il che è profondamente disapprovato nel nostro settore.”
I limiti dell’IA nei tatuaggi
Nonostante l’efficienza tecnica dei generatori d’immagini, i tatuatori evidenziano i limiti pratici dell’IA. Matthew Hatch, un tatuatore di Toronto, ha condiviso un esempio in cui un cliente ha portato un’immagine generata dall’IA di galassie nello spazio.
“Se quel design fosse stato tatuato,” ha detto Hatch, “sarebbe sembrato solo un livido.” La tecnologia può creare immagini accattivanti sullo schermo, ma tradurre questi disegni in arte permanente sulla pelle è un processo completamente diverso.
Una questione di anima e originalità
La questione principale ruota attorno all’“anima” del tatuaggio. I tatuaggi sono profondamente personali e rappresentano un legame unico tra il cliente e l’artista. Quando entra in gioco l’IA, quel legame rischia di essere compromesso.
Alcuni, come Vuorinen, sentono che l’arte generata dall’IA manca di quell’essenza unica che rende un tatuaggio speciale. Non si tratta solo di estetica, ma di emozione e significato.
Mentre l’IA continua a permeare ogni aspetto della creatività, è inevitabile che susciti reazioni emotive, soprattutto in forme d’arte così personali come i tatuaggi. Tuttavia, per coloro che desiderano qualcosa di autentico e fatto a mano, il ricorso all’IA potrebbe sembrare una scelta discutibile.
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