È difficile per un esopianeta stabilirsi in una zona costruita attorno non a una ma a due stelle, tuttavia gli astronomi hanno individuato molti di questi mondi alieni, a volte soprannominati Tatooines in “onore” del pianeta di Star Wars dove Luke Skywalker osserva un doppio tramonto.
In una nuova ricerca, gli scienziati affrontano il modo in cui un Tatooine potrebbe sopravvivere in orbita attorno a una stella, in coppia con una stella compagna situata alla distanza di Urano dal sole.
Questa combinazione forma un ambiente particolarmente caotico, in cui è difficile che i globi di materiale si uniscano abbastanza bene da costruire pianeti, almeno secondo l’idea primaria degli astronomi sulla formazione dei pianeti.
“Questa teoria ha senso per i sistemi planetari formati attorno a una singola stella, ma la formazione dei pianeti nei sistemi binari è più complicata, perché la stella compagna agisce come un gigantesco frullino per le uova, eccitando dinamicamente il disco protoplanetario“
ha affermato il coautore dello studio Roman Rafikov, un astrofisico presso l’Università di Cambridge nel Regno Unito, in una nota.
Secondo un pensiero condiviso degli scienziati, avere una seconda stella all’interno della stessa scena aumenta la velocità con cui i globuli di materia si scontrano, impedendo loro di restare uniti.
“Ma a causa dell’effetto gravitazionale ‘frullauova’ della stella compagna in un sistema binario, le particelle solide si scontrano tra loro a velocità molto più elevate”
ha detto Kedron Silsbee, un fisico del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics in Germania, aggiungendo poi, nella stessa dichiarazione:
“Quindi, quando si scontrano, si distruggono a vicenda”.
Gli studi ed i risultati ottenuti sui Tatooine
La particolare disposizione delle stelle e del pianeta –due stelle separate da circa 20 volte la distanza tra il sole e la Terra, con un pianeta in orbita su una di esse– che gli scienziati hanno analizzato non è stata sceltia a caso: Rafikov e i suoi colleghi si sono ispirati al sistema solare più vicino al nostro, chiamato Alpha Centauri.
Non essendoci un modo di poter riportare indietro l’orologio sulla stessa Alpha Centauri, gli scienziati si sono rivolti alle simulazioni, e da qui hanno ottenuto diversi risultati.
Quelle simulazioni hanno restituito alcuni scenari in cui un pianeta è riuscito effettivamente a coesistere con una coppia di stelle, diventando per l’appunto un Tatooine.
In particolare, affinché un Tatooine si formi con successo in questo schema, gli scienziati hanno scoperto che il sistema doveva iniziare con un disco di macerie abbastanza uniforme che circondava le stelle, quel disco poi doveva anche essere abbastanza circolare e i pezzi del pianeta, noti anche come planetesimi, dovevano iniziare a circa 6 miglia (10 chilometri) di larghezza o più.
Secondo gli scienziati, questi fattori combinati rallentano le interazioni tra pezzi di aspiranti pianeti a tal punto da permettere al materiale di costruire mondi alieni. La ricerca potrebbe supportare quello che gli scienziati chiamano il modello di instabilità in streaming della formazione dei planetesimi, che raggruppa pezzi di materiale delle dimensioni di sassolini e massi circondati da gas in planetesimi più grandi.
Secondo la dichiarazione, gli scienziati sperano che questa ricerca possa servire come trampolino di lancio per comprendere i mondi “Tatooine”, ancora più complicati, in cui un esopianeta orbita attorno a entrambe le stelle che compongono un sistema binario.
La ricerca, presentata lo scorso 20 Aprile, è descritta in un documento accettato per la pubblicazione lo scorso 21 Giugno dalla rivista Astronomy & Astrophysics, ed una versione di questa ricerca è stata pubblicata sul server di preprint arXiv.org il 23 luglio.
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