Un team di ricerca della Wake Forest University di Winston-Salem, NC, ha recentemente rivelato che i probiotici potrebbero amplificare l’effetto antitumorale del tamoxifene, un farmaco contro il cancro al seno, una terapia comune mirata al sistema endocrino.
La ricercatrice che ha coordinato li studio, Katherine L. Cook, ha presentato a giugno 2022 i risultati del team alla conferenza annuale ENDO 2022 della Endocrine Societ. La Dottoressa Cook è Professoressa associata presso il Dipartimento di Chirurgia e Biologia del Cancro presso la Wake Forest University School of Medicine.
Il nostro organismo possiede microbiomi diffusi in tutto il corpo, compreso il seno. La maggior parte delle neoplasie mammarie sono sensibili al recettore degli estrogeni (ER+) che modifica il microbioma mammario per permettere alle cellule cancerose di proliferare. La scoperta che i probiotici possono potenziare l’attività antitumorale del tamoxifene apre la vie a nuove speranze.
Tamoxifene potenziato dai probiotici: ecco che cosa succede
il dottor Parvin Peddi, oncologo medico e direttore di Breast Medical Oncology per il Margie Petersen Breast Center presso il Providence Saint John’s Health Center e Professore Associato di Oncologia medica presso il Saint John’s Cancer Institute di Santa Monica, in California, che non è stato coinvolto nello studio, ha dichiarato: “Il normale tessuto mammario risponde alle fluttuazioni degli ormoni nel corpo di una donna, come ogni donna sa con le mestruazioni e i cicli mestruali o se è incinta. Quando ci sono cambiamenti a livello ormonale, il tessuto mammario ha i cosiddetti recettori per gli estrogeni all’interno delle cellule, e sono fondamentalmente questi i punti di ingresso per i tumori”.
Il dottor Peddi ha affermato che la maggior parte dei tumori al seno attivano questo meccanismo per creare più recettori per gli estrogeni e crescere. Un microbioma è un insieme di microrganismi (come batteri, virus e funghi) che abitano un particolare ambiente. All’interno del corpo umano esistono microbiomi distinti: mentre il microbioma intestinale è il più grande e noto, anche il seno ha il suo microbioma.
Il Dottor Cook è stato coinvolto in ricerche precedenti che hanno dimostrato il potenziale della dieta mediterranea per ridurre il rischio di cancro al seno modificando il microbioma mammario. Cook insieme al suo team di ricerca del Wake Forest si sono chiesti se le terapie mirate al sistema endocrino utilizzate per prevenire la recidiva del cancro al seno ER+ potessero mostrare un effetto simile.
La terapia endocrina, denominata anche terapia ormonale , è prescritta per aiutare a ridurre i livelli di estrogeni o bloccarne gli effetti. Il tamoxifene è un farmaco comunemente usato per ridurre il rischio di cancro al seno nelle persone ad alto rischio e aiutare a prevenire le recidive dopo la rimozione chirurgica. Altri esempi includono fulvestrant e inibitori dell’aromatasi, come exemestane .
Il dottor Peddi ha anche spiegato che la terapia endocrina è generalmente ben tollerata con lievi effetti collaterali: “La terapia endocrina non è come la chemio che agisce come un grosso martello e cerca di uccidere il cancro in quel modo. È una lenta rimozione degli estrogeni, un’opzione di morte lenta con le cellule tumorali”.
La dottoressa Cook e il suo team di Wake Forest hanno portato avanti tre sottostudi per analizzare come il tamoxifene, un farmaco contro il cancro al seno e altre terapie mirate al sistema endocrino, influenzino il microbioma mammario nella lotta contro i tumori ER+.
Durante la prima parte preclinica dello studio, un modello murino è stato alimentato con una dieta ricca di grassi simile a quella mediterranea o occidentale e gli è stato somministrato tamoxifene per tre mesi: i ricercatori hanno rivelato gli animali trattati con tamoxifene avevano livelli elevati di Lactobacillus nel tessuto mammario. Il Lactobacillus è un batterio Gram-positivo noto per le proprietà antinfiammatorie probiotiche.
In un secondo step, il team di studiosi ha somministrato il Lactobacillus nelle ghiandole mammarie di topi progettati per sviluppare tumori al seno. Questi animali hanno mostrato una ridotta formazione e proliferazione del tumore al seno. La seconda fase di questo studio ha coinvolto animali più grandi. Le loro ovaie sono state rimosse per simulare la menopausa. A questi animali è stato iniettato tamoxifene per 2,5 anni. Questi animali hanno manifestato livelli elevati di Lactobacillus nel tessuto mammario.
Nella terza fase dello studio, il Dottor Cook e i suo gruppo di ricercatori hanno studiato attentamente il tessuto dei tumori al seno ER+ di donne che hanno ricevuto terapia neoadiuvante endocrina. Questa terapia ha incluso la somministrazione di inibitori dell’aromatasi o Faslodex. I campioni di donne con livelli elevati di batteri Gram-positivi nei loro tumori hanno mostrato livelli più bassi di crescita delle cellule tumorali.
Il Dottor Cook ha concluso: “Il fatto che abbiamo identificato questa potenziale popolazione nel tessuto mammario che è regolata dalla maggior parte delle terapie antitumorali e che questa popolazione abbia potenziali segnali antitumorali, indica una conclusione che il seno ha il suo microbioma batterico unico che può essere modificato dalla dieta e somministrazione di farmaci e che potrebbe rappresentare un nuovo fattore mirato per prevenire il rischio e la recidiva del cancro al seno”.
È giusto specificare che, in quanto studio preclinico, questa ricerca è soggetta ad alcune limitazioni. Il Dottor Cook ha riconosciuto la necessità di “vedere se i risultati potrebbero essere applicabili negli studi clinici“. Inoltre, come ha osservato il dottor Peddi, lo studio non prova la causalità.
Il Dottor Cook ha affermato che il suo gruppo di studio sta attualmente valutando l’utilizzo di probiotici da banco combinati con farmaci mirati al sistema endocrino per migliorare i risultati. Questa fase di ricerca ha esaminato solo l’effetto di Lactobacillus sul microbioma mammario. Il Dottor Cook ha detto che il suo team sta esplorando se tutti i probiotici possono alterare il microbioma mammario.