Per la prima volta nella storia, gli astronomi hanno ottenuto prove visive dirette che una stella è esplosa due volte prima di scomparire e la protagonista di questa scoperta è SNR 0509-67.5, una supernova i cui resti sono stati analizzati grazie al potentissimo Very Large Telescope (VLT) dell’ESO (European Southern Observatory).

E no, non stiamo parlando di una seconda esplosione a distanza di anni: si tratta di due detonazioni quasi simultanee, avvenute nello stesso corpo celeste: un tipo di stella chiamata nana bianca; una scoperta che non solo cambia il nostro modo di vedere l’Universo, ma potrebbe riscrivere anche una delle leggi fondamentali dell’astrofisica.
Cos’è una “supernova a doppia detonazione”?
Solitamente, una supernova di tipo Ia nasce quando una nana bianca (cioè il residuo di una stella “normale” come il nostro Sole) accumula troppa materia dalla sua stella compagna. Quando raggiunge la massa critica (nota come limite di Chandrasekhar), esplode con violenza.
Tuttavia, secondo un nuovo modello, alcune nane bianche non aspettano di raggiungere quel limite: esplodono prima, e lo fanno due volte in rapidissima successione.

Nel dettaglio:
- La nana bianca “ruba” elio dalla sua stella vicina, creando un guscio esterno instabile.
- Questo elio esplode, generando un’onda d’urt
- Questa onda d’urto a sua volta innesca una seconda esplosione nel nucleo.
Il risultato? Una supernova molto più dinamica e imprevedibile di quanto si pensasse finora. Ma fino a oggi, questa teoria non aveva mai trovato conferme osservabili.
La prova? Sta nel calcio
Grazie allo strumento MUSE montato sul VLT, i ricercatori hanno analizzato gli strati interni di SNR 0509-67.5. Ciò che hanno trovato è stato sorprendente: due gusci separati di calcio ben distinguibili nei resti dell’esplosione.

Questo “doppio strato” è esattamente il tipo di impronta digitale cosmica che ci si aspetterebbe da una doppia detonazione. Un colpo di scena che dimostra che:
“Le nane bianche possono esplodere anche prima di raggiungere la massa critica prevista. Il meccanismo della doppia detonazione accade davvero in natura,”
afferma Ivo Seitenzahl, uno dei responsabili delle osservazioni.
Perché tutto questo è importante?
Le supernove di tipo Ia sono uno strumento chiave per misurare le distanze cosmiche. Sono considerate “candele standard” perché esplodono sempre con la stessa luminosità, indipendentemente da dove si trovino.
Grazie a queste esplosioni, abbiamo potuto scoprire che l’Universo si sta espandendo accelerando, una scoperta che ha fruttato il Nobel per la fisica nel 2011.
Capire meglio come esplodono ci aiuta a capire perché brillano in modo così prevedibile. Ma se alcune di loro esplodono con un meccanismo diverso: allora il nostro “metro cosmico” potrebbe aver bisogno di una calibrazione.
Scienza spettacolare, ma anche poesia cosmica
Oltre alla rilevanza scientifica, il primo autore dello studio, Priyam Das, sottolinea anche il lato estetico della scoperta:
“La struttura a strati che si crea è semplicemente splendida. Svelare i meccanismi interni di un’esplosione cosmica così spettacolare è incredibilmente gratificante.”
E chi può dargli torto? In un angolo remoto dell’Universo, una stella si è concessa un finale teatrale degno di una supernova rockstar e con due fuochi d’artificio invece di uno.