Dall’età della pietra ad oggi, il mondo scientifico/tecnologico è costantemente alla ricerca di modi migliori e più efficienti per cucinare il cibo, dal fuoco a legna passando dalla stufa elettrica e finendo alle cucine ad induzione.
Riflettendoci, la stufa elettrica è diventata una scelta popolare per le case e le aziende, in quanto meno costosa e più efficiente, tuttavia per trovare l’origine della stufa bisogna andare indietro fino alla dinastia Cinese, infatti il primo apparato di cottura conosciuto che racchiudeva completamente un fuoco fu costruito in argilla durante la dinastia Qin (221 – 207 a.C.).
Da quel momento in poi passarono tantissimi anni prima che una stufa vera e propria approdò in Europa, siamo infatti nel 1490 e, qualche migliaio di miglia a ovest rispetto allo “Sleeping Giant”, ci fu il record per la prima stufa in Europa, nella città dell’Alsazia, in Francia.
Dopo questo importante passo, dobbiamo aspettare Benjamin Franklin, che nella seconda metà del XVIII secolo, inventò una stufa a legna ma con una struttura in ferro e, sebbene fosse un genio sotto ogni punto di vista, commise un grave errore di progettazione, l’errore infatti fu quello di far uscire il fumo attraverso il fondo della stufa.
Alla fine, il metodo di espulsine dei fumi fu modificato, con questi ultimi che vennero eliminati attraverso un tubo in cima alla stufa che li portava direttamente all’esterno, ed arrivati a questo punto, le variazioni del modello Franklin sono state lo standard per diversi decenni.
Alla fine, le stufe a gas hanno sostituito i bruciatori a carbone o a legna poiché molti clienti li hanno trovati più facili da usare e, l’inventore inglese James Sharp, ricevette un brevetto nel 1826 e, all’inizio del XX secolo, i forni a gas erano comuni nelle famiglie principalmente per la loro facilità d’uso e per i requisiti di spazio nominali.
Il punto di svolta e l’arrivo della stufa elettrica
Numerose scoperte hanno posto le basi per il prossimo passo nel processo evolutivo di come le persone cucinavano il loro cibo, però la svolta decisiva arrivò con il dirigente canadese Thomas Ahearn, il quale mise insieme la prima gamma elettrica nel 1892.
Il punto più importante tuttavia arrivò nel 1896, quando William Hadaway ricevette il primo brevetto per una stufa elettrica e, alla fine degli anni ’20, queste stufe iniziarono a competere con le loro controparti a gas.
Le stufe elettriche divennero più di moda in quanto erano più facili da pulire, meno costose e più veloci, tuttavia alcuni cuochi all’epoca si lamentarono del fatto che la stufa elettrica togliesse l’arte alla cucina, sacrificando una preparazione amorevole per il risparmio di pochi minuti e dollari.
Molte aziende, tuttavia preferirono –ovviamente– produrre iniziare a produrre cucine elettriche, quasi tutte modelli di resistenze a serpentina con gli stessi componenti di base che, anche se “toglievano l’arte della cucina”, semplificavano la vita a milioni di persone.
Ogni stufa elettrica aveva un termostato, bruciatori –che erano tipicamente costituiti da cilindri metallici circolari di fili di resistenza in lega di nichelcromo–, griglie separate per grigliare e cuocere, un timer e una luce del forno.
L’elettricità necessaria ad alimentare questa stufa elettrica viene inviata attraverso i fili, producendo calore che fuoriesce dagli elementi, che diventano rossi quando la manopola di controllo raggiunge il livello più alto, con i livelli di tensione consentiti attraverso i fili che determinavano le diverse impostazioni di calore.
All’interno del forno ci sono le griglie di cottura: un elemento inferiore utilizzato per la cottura e un elemento superiore per la cottura alla griglia e, come nel caso dei bruciatori, una volta acceso il flusso di corrente, i materiali resistivi permettevano a ciascuno di riscaldarsi alla temperatura prefissata.
Quando il forno raggiungeva il livello livello richiesto, un termometro segnalava al termostato di abbassare il calore, ed allo stesso modo, quando il forno iniziava a raffreddarsi, segnalava di riprendere il riscaldamento.
I bruciatori in vetroceramica furono la prossima grande innovazione: introdotti negli anni ’70, i bruciatori offrivano il vantaggio di un basso coefficiente di conduzione del calore che permetteva il facile passaggio della radiazione infrarossa e, a causa della sua struttura fisica, il bruciatore si riscaldava più rapidamente con un postriscaldamento minimo.
Un ulteriore vantaggio dei bruciatori in vetroceramica rispetto alla stufa elettrica era la superficie liscia e piatta, che era più semplice da pulire e di conseguenza diminuiva i tempi da dover dedicare alla cucina.
Ad oggi, la tecnologia più avanzata per le stufe sono quelle ad induzione, le quali riscaldano il piano attraverso l’induzione elettromagnetica, tuttavia tale cottura richiede l’uso di pentole e padelle con fondo ferromagnetico, le quali per un’ovvietà di fattori tendono ad essere più costose rispetto alle normali pentole.
Se sei attratto dalla scienza o della tecnologia, continua a seguirci, così da non perderti le ultime novità e news da tutto il mondo!