Nelle ultime settimane, è emerso un fenomeno virale che ha catturato l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo: il trend che trasforma le foto personali in “opere d’arte” ispirate allo Studio Ghibli.
Studio Ghibli a parte, in passato ho già trattato un argomento simile, ovvero le tipologie di post da evitare alle quali non rispondere; il caso delle immagini fatte con lo stile dello Studio Ghibli tramite strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT o simili non è così distante da come potrebbe apparire in superficie.

Lo stile dello Studio Ghibli, che richiama le atmosfere magiche e l’animazione caratteristica di film come Il mio vicino Totoro, La città incantata e Principessa Mononoke, sta rapidamente guadagnando popolarità sui social media e infatti tantissime persone stanno scegliendo di caricare le proprie foto per essere trasformate in immagini in stile anime, spesso ricorrendo a software di intelligenza artificiale (IA) che automatizzano il processo.
Trasformare le proprie foto in stile Studio Ghibli, la verità dietro questa pratica
Dietro questa apparente innocua moda, si nascondono alcuni rischi significativi per la privacy e la sicurezza digitale, che meritano attenzione e se da un lato il trend è divertente e stimola la creatività, dall’altro lato ci sono implicazioni che vanno oltre l’estetica.
Raccolta dati personali senza consapevolezza
Molte delle app e dei siti web che offrono il servizio di trasformazione delle foto in stile Studio Ghibli raccolgono una notevole quantità di dati, tra cui foto, informazioni geografiche e, in alcuni casi, anche dettagli sull’utente e anche se molte di queste piattaforme sembrano garantire la sicurezza dei dati, spesso gli utenti non sono pienamente consapevoli di ciò che avviene dietro le quinte.
Le informazioni raccolte possono essere utilizzate per vari scopi, tra cui la profilazione dell’utente o, peggio, vendute a terze parti e in alcuni casi, i dati personali potrebbero finire nelle mani di attori malintenzionati, mettendo a rischio la privacy degli utenti.
Rischi per la sicurezza delle immagini
Bellissimo vedere la propria faccia “rifatta” in stile Studio Ghibli, eh? Peccato che caricare una propria foto su piattaforme online, soprattutto su siti non verificati, può comportare il rischio di furto o abuso dell’immagine; le immagini caricate potrebbero essere utilizzate senza il consenso dell’utente, essere modificate in modi che non riflettono la volontà dell’individuo, o addirittura essere distribuite senza restrizioni.

Il rischio che una foto finisca in contesti inappropriati, come la creazione di meme o la diffusione su piattaforme non sicure, è una preoccupazione che non deve essere sottovalutata.
Inoltre, molte delle tecnologie basate su IA utilizzano le immagini degli utenti per “allenare” i propri algoritmi, esponendo ulteriormente la privacy dell’individuo a possibili abusi e sebbene i termini di servizio di alcune piattaforme possano garantire l’uso limitato delle foto, non sempre è chiaro come e dove vengano memorizzate.
Manipolazione delle immagini ed identità digitale
La trasformazione delle foto in uno stile anime potrebbe sembrare un semplice gioco estetico, ma c’è anche il rischio che venga alterata l’identità visiva dell’individuo. In alcuni casi, le app di IA potrebbero modificare l’immagine in modo significativo, creando rappresentazioni che non corrispondono alla realtà della persona ritratta.
Queste alterazioni potrebbero anche essere utilizzate in contesti pubblici, creando una sorta di “identità digitale” distorta, che potrebbe avere impatti negativi sulla reputazione dell’individuo.
4. Dipendenza dalla tecnologia e sfruttamento dell‘e immagini’immagine
In un’era digitale dove l’apparenza è spesso privilegiata, il desiderio di “migliorare” l’immagine personale può spingere le persone a trasformare la propria identità in un prodotto da esporre sui social.

Sebbene questo trend possa sembrare innocuo, può contribuire a una distorsione della percezione di sé, alimentando la superficialità e la dipendenza dalla validazione esterna. Le piattaforme di IA non solo sfruttano queste immagini per fini commerciali, ma potrebbero anche rafforzare dinamiche poco salutari di autocensura e ricerca di perfezione estetica.
5. L’utilizzo di IA e problematiche di tipo etico
Infine, il fenomeno delle foto in stile Studio Ghibli solleva anche interrogativi etici sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
L’IA impiegata in queste app spesso si basa su algoritmi addestrati su grandi quantità di dati, che potrebbero includere immagini provenienti da persone che non hanno mai dato il loro consenso a essere utilizzate; la qualità dell’algoritmo potrebbe portare a problematiche relative alla rappresentazione razziale e culturale, rischiando di perpetuare stereotipi o di offuscare la diversità umana.
Conclusioni
Il trend di trasformare le proprie foto in stile Studio Ghibli è sicuramente affascinante e creativo, ma è essenziale che gli utenti siano consapevoli dei rischi connessi a questa pratica e la raccolta e l’uso delle proprie immagini su piattaforme digitali possono compromettere la privacy, la sicurezza e l’identità online.
Bisogna assolutamente che le persone riflettano attentamente sulle piattaforme che scelgono di utilizzare, leggano i termini di servizio e si proteggano adeguatamente, magari utilizzando solo app e servizi affidabili e sicuri.
In un’epoca in cui l’immagine e la privacy sono più vulnerabili che mai, è importante trovare un equilibrio tra divertimento e consapevolezza dei propri diritti digitali.