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Scienza

Strage di via Caravaggio: un mistero ancora oggi [delitti irrisolti]

La strage di via Caravaggio è una delle pagine più buie della storia italiana ed ecco una lettura scientifica su questa strage

Andrea Tasinato 17 ore fa Commenta! 7
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Dopo aver visto alcuni delitti negli stati uniti tra cui Alphabet Killer e Zodiac, ecco un caso tutto italiano: la strage di Via Caravaggio.

Contenuti di questo articolo
Strage di via Caravaggio: breve introduzioneI fatti: ricostruzione della notte e scoperta del delittoPunti critici, contraddizioni e le domande ancora aperte1. L’evidenza scientifica: quanto è forte?2. Ipotesi alternative: assassini professionisti o terze parti3. Problema del tempo e deterioramento delle prove4. Motivo e movente: mancante o occultato?5. Il nodo “ne bis in idem”Conclusione sulla strage di via Caravaggio

Strage di via Caravaggio: breve introduzione

La “strage di via Caravaggio” è uno dei casi più inquietanti e irrisolti della cronaca nera italiana del dopoguerra. Si compì nella notte tra il 30 e il 31 ottobre 1975 (anche se venne scoperto solo giorni dopo), nell’appartamento al civico 78 di via Michelangelo da Caravaggio, a Fuorigrotta, Napoli.

Strage di via caravaggio: un mistero ancora oggi [delitti irrisolti]

Tre persone di una stessa famiglia, tra cui Domenico Santangelo, la sua seconda moglie Gemma Cenname e la figlia Angela Santangelo, furono brutalmente uccise. Anche il cane di famiglia, di nome Dick, fu soffocato con una coperta.

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Nel corso dei decenni, le indagini hanno oscillato tra ipotesi di delitto passionali, squilibrio, vendetta familiare e “killer professionisti”, ma nessuna certezza è stata mai stabilita definitivamente. Il caso è diventato quasi un archetipo di “cold case” italiano.

Ecco la cronaca, le piste investigative, le contraddizioni e le lezioni (in senso investigativo, processuale e sociale) che questa vicenda ci lascia.

I fatti: ricostruzione della notte e scoperta del delitto

L’abitazione e la famiglia Santangelo si presentava così:

  • L’appartamento era al quarto piano del palazzo al civico 78 di via Caravaggio.
  • Le vittime:
      • Domenico Santangelo, 54 anni, rappresentante di commercio ed ex capitano di lungo corso.
      • Gemma Cenname, 50 anni, ostetrica (e già insegnante).
      • Angela Santangelo, 19 anni, figlia di Domenico, impiegata all’INAM.
      • Il cane di famiglia, Dick, uno Yorkshire.

Punti critici, contraddizioni e le domande ancora aperte

Questo delitto si porta dietro parecchie contraddizioni che a distanza di di mezzo secolo lasciano ancora molto perplessi.

1. L’evidenza scientifica: quanto è forte?

La strage di via Caravaggio purtroppo ha non poche lacune a livello scientifico:

  • Le impronte di scarpa trovate sulla scena erano compatibili con numero 41–42, non necessariamente esclusivo di Zarrelli, e non combaciavano con le sue.
  • Le impronte digitali rinvenute non coincisero con quelle dell’imputato Zarrelli.
  • Il profilo genetico trovato sui reperti risulta ambiguo: essendo i campioni stati conservati in epoche antecedenti alle normative attuali, possono esserci problemi di contaminazione e catena di custodia.
  • Il ritrovamento del DNA di Zarrelli non è prova automatica di colpevolezza, soprattutto in un contesto familiare dove l’individuo frequentava l’abitazione (cioè ha accesso legittimo ai luoghi). In termini informatici: l’“accesso” non implica automaticamente “il write finale del delitto”.
Strage di via caravaggio: un mistero ancora oggi [delitti irrisolti]
Foto del ritrovamento di alcuni corpi

2. Ipotesi alternative: assassini professionisti o terze parti

La strage di via Caravaggio ha dato avvio anche ad altre ipotesi:

  • Una delle difese principali di Zarrelli fu che la strage fosse opera di killer professionisti, esterni alla famiglia, e che il coinvolgimento del suo nome fosse una falsità indiziaria.
  • Questa ipotesi cerca di spiegare l’accuratezza dell’omicidio, la distruzione di prove, la pulizia parziale della scena e l’assenza di movente chiaro (almeno nei primi livelli dell’indagine).
  • Se fosse così, l’assassino avrebbe operato con consapevolezza forense, riducendo al minimo tracce utili e magari usando la frequentazione familiare di Zarrelli come “copertura”: un inganno tattico, come in una guerra.

3. Problema del tempo e deterioramento delle prove

Essendo un delitto accaduto molti anni fa, la strage di Via Caravaggio purtroppo ha la problematica del deterioramente delle prove. Infatti:

  • Dal 1975 fino all’era moderna sono passati decenni: molte tracce vennero archiviate senza protocolli rigorosi, né conservazione adeguata in previsione di analisi genetiche moderne.
  • Il deterioramento, la contaminazione e la perdita parziale di materiali rendono difficile oggi stabilire un “chain of custody” indiscutibile.
  • In termini tecnici, è come se un log di sistema chiave per risalire a un crash fosse stato sovrascritto più volte.

4. Motivo e movente: mancante o occultato?

Il movente della strage di via Caravaggio resta tutt’oggi un mistero:

  • Se Zarrelli fosse colpevole, il movente noto (prestito negato) appare debole e limitato. Non basta un rifiuto finanziario per giustificare un massacro?
  • La versione del raptus, spesso adombrata, è pericolosa come spiegazione: serve prova di squilibrio, ossia una “firma psichica” dell’autore — che non è mai emersa chiaramente.
  • Quale movente alternativo avrebbe potuto esserci? Vendetta, gelosia, risentimenti ereditari o contesti esterni alla famiglia (affari, debiti, altri soggetti) sono ipotesi che non sono state pienamente esplorate o che non hanno prodotto evidenze conclamanti.
Strage di via caravaggio: un mistero ancora oggi [delitti irrisolti]

5. Il nodo “ne bis in idem”

Nel caso della strage di via Caravaggio ecco apparire anche una cosa singolare, la legge che mette i bastoni tra le ruote:

  • La legge italiana prevede che non si possa essere processati due volte per lo stesso fatto (salvo casi eccezionali).
  • Pertanto, anche se l’analisi genetica moderna restituisse una prova convincente, Zarrelli non può essere nuovamente processato per quella stessa strage.
  • Questa barriera giuridica ufficializza un limite al “re-processare” ogni vecchio caso con nuove tecnologie: un tema molto dibattuto nel diritto penale moderno.

Conclusione sulla strage di via Caravaggio

La strage di via Caravaggio rimane un caso cupamente affascinante perché mescola dolore umano, fallimenti investigativi e il confine tra certezza e congettura. Anche dopo decenni, le domande restano molte:

  • Chi ha fatto materialmente quel delitto e perché?
  • Perché le prove (anche genetiche) non sono state sufficienti a incriminare definitivamente un soggetto?
  • Quanto pesa il vincolo del ne bis in idem nell’impossibilità di “riaprire” la giustizia?
  • Quale parte dell’indagine è stata trascurata da decenni testimoni, contesti esterni, segnali secondari?

Molte domande delle quali, forse, non avremo mai la risposta.

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