Oggi si celebra un importante anniversario, 200 anni fa infatti il mondo ha appreso che il filologo francese Jean-Francois Champollion aveva decodificato la stele di Rosetta, un risultato che avrebbe permesso al mondo di leggere i geroglifici dell’antico Egitto.
Nel 1799, durante la demolizione di un forte da parte di uno dei luogotenenti di Napoleone a Rosetta (l’odierna Rashid) in Egitto, sotto i detriti è stata trovata una lastra gigante ricoperta di antiche scritture, stele che fu poi inviata per la prima volta all’Institut d’Égypte del Cairo -come sembrano fare molti manufatti antichi che non sono britannici- prima di raggiungere il British Museum su richiesta del re.
Di cosa parla la stele di Rosetta
La lastra contiene un messaggio ufficiale sul re, Tolomeo V, che essenzialmente dice al popolo d’Egitto di salutare Tolomeo V, “il dio che si manifesta, le cui azioni sono belle”.
Per quanto importante sia adorare il dio che si manifesta, il valore principale della pietra spezzata e incompleta risiede nel fatto che era scritta in tre lingue: 53 versi di greco antico, 32 versi in demotico (una scrittura usata nella vita quotidiana , che si traduce in “linguaggio del popolo”), e 14 preziosi versi di Geroglifici.
Fino a quel momento, i geroglifici erano sostanzialmente illeggibili, tuttavia utilizzando queste tre versioni (sebbene incomplete) dello stesso messaggio, oltre ad altri testi geroglifici e facendo riferimento a precedenti tentativi di decifrare i geroglifici scritti in arabo, Champollion è stato in grado di decifrare questa scrittura fino ad allora sconosciuta, e tutto ciò dopo “soli” 23 anni dalla scoperta della pietra.
Poco dopo, ha presentato le sue scoperte all’Academie des Inscriptions et Belles Lettres a Parigi, venerdì 27 settembre 1822, spiegando a un pubblico -tra cui vi era anche il suo rivale- di aver decifrato la lingua dell’antico Egitto, permettendoci di imparare molto di più sulla mondo antico.
La pietra non è stata tutt’oggi restituita all’Egitto dal British Museum, nonostante le pressioni del governo e degli archeologi egiziani, tuttavia puoi leggere la traduzione completa della stele di Rosetta qui.
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