In un’epoca in cui si parla spesso di scioglimento dei ghiacci e temperature in aumento, fa notizia il fatto che alcune regioni degli Stati Uniti stiano vivendo inverni più freddi di prima. E no, non è una smentita del cambiamento climatico. Anzi, è una sua conseguenza… indiretta.

Un team internazionale di climatologi, con ricercatori da istituzioni come il MIT, l’Università di Lipsia e il Woodwell Climate Research Center, ha analizzato i modelli del vortice polare nella stratosfera, ovverosia quella fascia di atmosfera che si trova tra i 10 e i 50 chilometri sopra il suolo, e ha scoperto due configurazioni ben precise che causano il gelo a terra.
Cos’è il vortice polare (e cosa c’entra con il gelo a febbraio)
Avrai sentito nominare il “vortice polare” durante una qualche bufera invernale al telegiornale. Si tratta di una corrente d’aria gelida che circonda il Polo Nord ad alta quota. Ma ciò che i ricercatori hanno scoperto è che questo vortice non è sempre stabile: si deforma, si sposta, e quando lo fa… porta con sé il freddo artico molto più a sud del previsto.

In particolare, hanno individuato due schemi ricorrenti:
- Uno spinge l’aria fredda verso l’ovest del Canada, facendo gelare il Nord-Ovest degli Stati Uniti.
- L’altro si inclina verso l’Atlantico, colpendo invece il Centro e l’Est degli USA (Texas compreso, come nel caso dell’ondata estrema del febbraio 2021).
Questi movimenti sono legati all’interazione tra onde atmosferiche e corrente a getto, il “fiume d’aria” che separa le masse d’aria fredda e calda.
Perché il Nord-Ovest degli Stati Uniti si sta raffreddando (e già dal 2015!)
Dal 2015 in poi, il Nord-Ovest degli Stati Uniti ha iniziato a sperimentare inverni più rigidi, un dato che va contro le medie nazionali di riscaldamento: e non è una contraddizione.
Il motivo è che uno dei due pattern del vortice polare, cioè quello che spinge il gelo a ovest, è diventato più frequente, e questo sembra coincidere con alcune fasi climatiche globali negative dell’ENSO (il famoso ciclo El Niño / La Niña).

In altre parole: nonostante il riscaldamento medio globale, il modo in cui il clima si “distribuisce” è cambiato, e alcune aree diventano più fredde proprio mentre il resto del pianeta si scalda.
Perché questa scoperta è importante
Capire i meccanismi della stratosfera può sembrare roba da scienziati con la testa tra le nuvole, ma ha impatti molto concreti:
- Migliora le previsioni meteorologiche stagionali.
- Aiuta città, aziende agricole e reti elettriche a prepararsi a eventuali ondate di gelo.
- Spiega eventi climatici anomali che altrimenti sembrerebbero “casuali”.
“Il cambiamento climatico non significa solo caldo ovunque, ma anche un aumento della complessità e dell’imprevedibilità,” dicono gli autori dello studio, pubblicato su Science Advances e finanziato da fondi congiunti USA-Israele (NSF-BSF).
Conclusione
Il freddo che dal 2015 sta imperversando negli Stati Uniti si può così riassumere:
- Il riscaldamento globale continua, ma ciò che accade nella stratosfera può provocare inverni più freddi in certe zone.
- Due pattern del vortice polare spiegano il freddo estremo in USA.
- Il Nord-Ovest è più esposto a queste ondate fredde dal 2015.
- Le ondate di freddo non sono una contraddizione, ma un effetto collaterale di un sistema climatico sempre più dinamico.