SpaceX archivia con successo l’undicesimo volo di Starship, il gigantesco razzo-navetta progettato per le missioni verso Luna e Marte.
Il test, partito l’11 ottobre alle 01:23 ora italiana dalla base di Starbase in Texas, si è concluso 1 ora e 6 minuti dopo con un ammaraggio controllato nell’Oceano Indiano, segnando un altro passo decisivo per il programma spaziale guidato da Elon Musk.
Accompagnato dal pubblico di Boca Chica e da oltre 700.000 spettatori collegati in streaming, il volo ha rispettato la tabella di marcia prevista, raccogliendo dati chiave per lo sviluppo di sistemi di lancio completamente riutilizzabili.
La separazione tra i due stadi
Poco dopo il decollo, i 24 motori Raptor di Starship hanno spinto il veicolo verso la fase di separazione.
Dopo circa 3 minuti, il primo stadio Super Heavy si è staccato dal corpo principale, avviando la manovra di ritorno.
Durante la discesa verso il Golfo del Messico, il booster ha riacceso 5 motori per rallentare e stabilizzarsi, mantenendo la posizione verticale fino al contatto con l’acqua.
Una sequenza controllata al millimetro, che migliora ulteriormente le prestazioni del test precedente.
Il volo della navetta
La navetta ha proseguito la sua ascesa fino a 200 chilometri di quota, aprendo il portellone laterale per rilasciare otto simulatori Starlink, prototipi delle future versioni dei satelliti destinati all’internet orbitale di SpaceX.
Subito dopo, Starship ha eseguito brevi riaccensioni dei motori per testarne l’affidabilità in orbita.
Il rientro nel plasma
La fase più complessa del volo è stata il rientro atmosferico, a una velocità superiore a 26.000 km/h.
Avvolta dal plasma incandescente, la struttura della navetta ha testato il nuovo sistema di isolamento termico, che ha superato la prova senza cedimenti.
Durante la caduta, durata circa 20 minuti, Starship ha rallentato grazie all’attrito dell’aria prima di riaccendere i motori a poche centinaia di metri dalla superficie del mare.
Ammaraggio e risultati
L’attivazione finale dei motori ha riportato Starship in posizione verticale, permettendo un ammaraggio controllato nell’Oceano Indiano.
Il razzo è poi esploso al contatto con l’acqua, come previsto dalle procedure di sicurezza, chiudendo con successo la missione.
Secondo SpaceX, tutti gli obiettivi principali sono stati raggiunti: separazione, rilascio del carico simulato, test termico e atterraggio assistito.
È il secondo test consecutivo riuscito, dopo quello di agosto, e un ulteriore segnale della maturità del programma Starship.
Prossimi obiettivi

I prossimi test punteranno al recupero completo sia del booster Super Heavy sia della navetta Starship, con il sistema meccanico “Mechazilla” che catturerà i razzi in volo.
L’obiettivo finale di SpaceX è la riutilizzabilità totale, riducendo drasticamente i costi di lancio per future missioni lunari e marziane.
Un passo avanti verso Marte
Con l’11° test, Starship si avvicina sempre di più alla fase operativa.
Il successo dell’ammaraggio conferma l’efficienza del sistema e apre la strada a missioni più complesse, in vista della collaborazione con la NASA per il programma Artemis.
La navetta che punta a Marte ha dimostrato di poter decolare, rientrare e atterrare in sicurezza.
Ora il prossimo traguardo sarà il recupero, per trasformare la fantascienza in routine orbitale.
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