In una recente ricerca è stato dimostrato che la somministrazione di insulina al cervello per via intranasale con uno spray insulinico appunto, nebulizzata e spruzzata attraverso il naso, migliora la memoria verbale ed è emersa come un potenziale trattamento per il declino cognitivo negli anziani. A dichiararlo sono stati gli scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC).
È infatti risaputo che circa il 25% delle persone di età superiore ai 65 anni con una diagnosi di diabete di tipo 2, si trovano in una condizione in cui il corpo non è in grado di produrre abbastanza insulina per gestire efficacemente la glicemia. L’insulina svolge un ruolo importante nel cervello e le persone con prediabete e diabete sono maggiormente a rischio di malattia di Alzheimer e declino cognitivo.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Neurology.
Spray insulinico: ecco come funziona
Il team di esperti del BIDMC ha studiato attentamente gli effetti a lungo termine dello spary insulinico sulla capacita cognitive e sull’andatura nelle persone con diabete mellito di tipo 2 e prediabete. MemAID, uno studio clinico randomizzato controllato di fase 2, ha mostrato evidenze che lo spray insulinico ha aumentato la velocità di deambulazione, il flusso sanguigno cerebrale e ridotto l’insulina plasmatica nei volontari che si sono prestati alla ricerca con diabete di tipo 2 .
Non solo, ha anche migliorato il processo decisionale e la memoria verbale nei soggetti coinvolti nella ricerca senza la malattia e quelli con pre-diabete. I risultati, hanno suggerito che lo spray insulinico dovrebbe essere ulteriormente testato per la sua possibile utilità come trattamento per il diabete di tipo 2 e come trattamento per il declino funzionale correlato all’età.
“La velocità di camminata è un importante predittore clinico del benessere negli anziani che è correlato al declino cognitivo, ricoveri, disabilità e morte“, ha affermato l’autrice corrispondente Vera Novak, ricercatrice del Dipartimento di Neurologia del BIDMC e un professoressa associata di neurologia alla Harvard Medical School: “Al basale, i partecipanti con diabete camminavano più lentamente e avevano una cognizione peggiore rispetto ai partecipanti senza diabete, che fungevano da riferimento clinico per la popolazione che invecchia normalmente”.
Per poter portare avanti lo studio, Novak e colleghi del BIDMC e del BWH hanno coinvolto 223 volontari di età compresa tra 50 e 85 anni con e senza diabete e hanno valutato la loro velocità di camminata normale e raddoppiata, l’attenzione, la memoria, la funzione esecutiva e l’umore utilizzando una serie di test convalidati.
Metà dei partecipanti con diabete (n=51) e metà senza diabete (n=58) sono stati trattati con insulina, somministrata per via nasale tramite un atomizzatore elettronico una volta al giorno. Uno studio in doppio cieco. Agli altri voloi è stato somministrato un placebo inattivo (soluzione salina sterile) che è stato anche somministrato per via intranasale.
Dopo 24 settimane di trattamento, i volontari con diabete che hanno ricevuto lo spray insulinico avevano velocità di deambulazione più elevate durante il trattamento e dopo il trattamento rispetto ai partecipanti con diabete che hanno ricevuto il placebo. I soggetti coinvolti con diabete trattati con la somministrazione insulinica intranasale hanno anche dimostrato un aumento del flusso sanguigno cerebrale nel lobo frontale e una minore insulina plasmatica e resistenza all’insulina rispetto al gruppo placebo.
I volontari trattati con lo spray insulinico senza diabete hanno mostrato un miglioramento del processo decisionale e della memoria verbale. Insieme, i partecipanti trattati con la somministrazione insulinica per via nasale con e senza diabete di tipo 2 hanno dimostrato una camminata più veloce e un migliore funzionamento esecutivo e memoria, con quelli con pre-diabete che hanno mostrato i miglioramenti più marcati nel processo decisionale e nella memoria verbale.
“La coerenza delle tendenze nei dati che mostrano prestazioni migliori sulla velocità di deambulazione e sulla cognizione per i partecipanti trattati con INI, specialmente in quelli con pre-diabete, comporta grandi implicazioni per un potenziale intervento precoce utilizzando INI in questa popolazione per prevenire o rallentare la progressione verso le demenze correlate al morbo di Alzheimer“, ha affermato Long Ngo, autore senior dello studio e co-direttore della divisione di biostatistica di medicina generale presso il BIDMC, nonché professore associato di medicina e biostatistica presso la Harvard Medical School e la Harvard Scuola di salute pubblica TH Chan.
“Con 96 milioni di americani adulti e un numero crescente di giovani affetti da pre-diabete, questa scoperta sull’effetto benefico dell’INI merita maggiore attenzione e conferma definitiva in uno studio più ampio“, ha continuato l’esperto.
È importante specificare che il trattamento non è stato associato ad alcun evento avverso grave o moderato. Il trattamento con spray insulinico era sicuro nei partecipanti con diabete di tipo 2 trattati con insuline sottocutanee.