Purtroppo Sony sembra non avere pace per quanto riguarda gli attacchi informatici. Ultimamente, il noto gruppo di hacker che agisce sotto il nome di Ransomed.vc, ha rivendicato la sua responsabilità dietro l’ultimo attacco subito da quest’ultima, su diversi siti web che trattano principalmente di leak di informazioni riservate delle grandi aziende.
Inizialmente Ransomed.vc aveva chiesto un riscatto di 2,5 milioni di dollari per “restituire” le informazioni rubate alla stessa Sony, ed evitarne la divulgazione. Il colosso dell’intrattenimento, ma non solo, ha prontamente rifiutato di pagare come spesso accade in queste vicende. La scelta coraggiosa ha però scaturito una reazione da parte dei cybercriminali di Ransomed.vc, i quali hanno messo all’asta tutte le informazioni trafugate a Sony.
La minaccia di rendere pubblici i dati di Sony
Purtroppo però per Sony le brutte notizie non finiscono qui, infatti sempre il gruppo di Ransomed.vc ha dichiarato che, qualora l’asta dovesse andare deserta senza nessun acquirente che si aggiudichi i dati sensibili, questi ultimi saranno resi di dominio pubblico, e questo sarebbe davvero un brutto colpo per la multinazionale.
CyberSecurity Connect, società sulla sicurezza informatica, ha dichiarato nel proprio rapporto che tutti i sistemi di Sony sono stati compromessi, portando a una fuga di moltissimi dati sensibili. Tra questi ci sarebbero credenziali di accesso, presentazioni PowerPoint, file Java, registri HTML oltre 6000 documenti interni e altre informazioni aziendali classificate come sensibili. Inoltre sempre CyberSecurity Connect è riuscita a stabilire che l’attacco informatico da parte di Ransomed.vc ha avuto inizio circa a inizio mese.
Il gruppo di Ransomed.vc si sta facendo conoscere per quello che palesa essere il suo scopo, ovvero di cercare dati sensibili nelle multinazionali e grandi aziende per poi usarli contro le stesse, soprattutto quelle che riguardano le violazioni sulla sicurezza.
Sony dunque dopo il grosso attacco al suo servizio PlayStation Network, dove vennero compromesse le informazioni di 77 milioni di utenti, si ritrova nuovamente in una situazione molto difficile, con l’ultimatum che scadrà proprio nelle prossime ore.