La sonda Solar Orbiter, frutto della collaborazione tra ESA e NASA, ha effettuato un passaggio record su Venere, avvicinandosi fino a 379 chilometri dalla superficie del pianeta. Si tratta di una distanza inferiore a quella che separa la Stazione Spaziale Internazionale dalla Terra, segnando un nuovo traguardo nelle missioni interplanetarie.
Ma perché questa manovra è così importante? Il sorvolo è stato studiato per modificare l’orbita della sonda, permettendole di osservare le regioni polari del Sole, zone cruciali per comprendere il meteo spaziale e il suo impatto sulla Terra.
Perché è stato necessario passare così vicino a Venere?
Solar Orbiter non ha solo il compito di studiare il Sole da vicino, ma deve farlo da angolazioni mai esplorate prima. Per ottenere questa visuale unica, la sonda deve gradualmente inclinare la sua orbita, e Venere offre la spinta gravitazionale perfetta per farlo senza consumare troppa energia.

Il team di controllo dell’ESA, guidato da Sam Bammens, ha calcolato con estrema precisione la traiettoria per garantire il massimo effetto gravitazionale, mantenendo comunque la sonda al sicuro sopra l’atmosfera venusiana. Questo è il primo di una serie di passaggi, con il prossimo previsto per dicembre 2026, che permetterà un’inclinazione ancora maggiore per immagini ad alta risoluzione delle regioni polari del Sole.
I rischi del sorvolo: temperatura e radiazioni
Avvicinarsi così tanto a Venere non è privo di difficoltà. Durante il sorvolo, Solar Orbiter è stata esposta a forti radiazioni termiche, che hanno portato a un notevole aumento della temperatura della sonda. Tuttavia, il team di controllo ha eseguito simulazioni dettagliate per assicurarsi che tutti i componenti rimanessero entro i limiti di sicurezza.
Per proteggersi, la sonda ha mantenuto la sua parte frontale rivolta verso il Sole, sfruttando il suo scudo termico per dissipare il calore. Questo ha impedito l’uso delle telecamere per riprendere Venere, ma gli strumenti a bordo hanno comunque raccolto dati preziosi sul campo magnetico e il plasma del pianeta.
Quali saranno i prossimi passi?
Grazie a questa manovra, Solar Orbiter è sulla strada giusta per fornirci immagini senza precedenti delle regioni polari del Sole. Nei prossimi anni, ulteriori passaggi ravvicinati a Venere permetteranno di ottenere angolazioni ancora più favorevoli, migliorando la nostra comprensione del vento solare e delle tempeste geomagnetiche che possono influenzare la Terra.
L’esplorazione del Sole è appena iniziata, e Solar Orbiter sta aprendo una nuova finestra sulla fisica solare. Il prossimo passo? Osservare il Sole come mai prima d’ora.
E tu, pensi che queste scoperte possano aiutarci a prevedere meglio le tempeste solari? Dicci la tua nei commenti!