Una pianta infestante degli Stati Uniti, il Solanum elaeagnifolium, diventa ancora più resistente e difficile da eradicare se viene falciata troppo frequentemente. Questa pianta, originaria degli Stati Uniti, si è diffusa anche in altre parti del mondo, come il Sud Africa, la Grecia e l’Italia, in particolare in Sardegna. Gli agricoltori tendono a tagliarla senza pietà, ma un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports suggerisce che questa pratica potrebbe essere controproducente.
Uno studio innovativo
Il gruppo di ricerca della University of Texas ha condotto un’analisi approfondita sulla pianta nei pressi della città di Edinburg. I ricercatori hanno monitorato diversi campi con frequenze di falciatura differenti: frequente, poco frequente e assente. Dopo solo una generazione di sfalcio, il Solanum elaeagnifolium ha dimostrato di essere estremamente adattabile. Ha approfondito le proprie radici e aumentato il numero di spine, proteggendosi meglio dai bruchi che se ne nutrono.
Solanum elaeagnifolium: più la tagli, più cresce
Oltre a queste difese fisiche, la pianta ha aumentato la tossicità dei suoi fiori, creando ulteriori problemi ai bruchi. Ma ciò che preoccupa di più è che le piante falciate hanno prodotto più semi, alcuni dei quali hanno germinato prima del solito, assicurandosi così una maggiore possibilità di attecchimento. Questo fenomeno potrebbe non essere limitato solo al Solanum elaeagnifolium: altre piante infestanti della stessa famiglia potrebbero reagire allo stesso modo.
Alla luce di questi risultati, gli esperti suggeriscono di ripensare le attuali strategie di eradicazione delle piante infestanti. Continuare a falciarle potrebbe solo renderle più forti e resistenti, trasformandole in vere e proprie superinfestanti.
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