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Software proprietario: il suo lato più oscuro ed inquietante

Il software proprietario è quello più utilizzato al mondo, eppure buona parte di esse possiede un lato inquietante molto spesso sottovalutato, se non ignorati, dai più

Andrea Tasinato 10 ore fa Commenta! 7
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Prima di cominciare a scrivere questo articolo, una piccola premessa, non tutto il software proprietario è uguale, c’è quello equo, quello un po’ meno equo e quello che non lo è per nulla.

Contenuti di questo articolo
Software proprietario, ma cos’è in breve?Hai acquistato, ma non è comunque “tuo”Unreal Engine e Unity sono gratuiti, ma…Le alternative open source: tra utopia e realtà produttivaConclusione: la libertà costa, ma la dipendenza costa di più

Maya o altri programmi AutoDesk vari come AutoCad, la Suite Adobe, e addirittura i motori grafici gratuiti come Unity o Unreal Engine, ogni singolo programma appena elencato è software proprietario, ma ha un lato oscuro che dovresti assolutamente conoscere, sia qualora tu sia un privato e semplice appassionato, ma soprattutto se hai un’azienda.

Software proprietario, ma cos’è in breve?

Il software proprietario è un software di proprietà di una persona o di un’organizzazione che limita l’utilizzo, la modifica e la distribuzione, in altre parole, il codice sorgente non è disponibile al pubblico (al contrario dei vari modelli open source), e gli utenti non possono leggerlo, modificarlo o distribuirlo senza l’autorizzazione del proprietario. Software proprietario è spesso commerciale e richiede una licenza per l’utilizzo.

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Sia chiaro, questa cosa è completamente indipendente dal fatto che l’applicazione che ti serve sia a pagamento oppure no, ma a questo ci arrivo tra non molto.

Hai acquistato, ma non è comunque “tuo”

Se il software senza DRM una volta installato resta lì (comprato oppure no, poco importa) poco importa se proprietario o meno, per il software proprietario con DRM (Digital Right Management, in soldoni, non è che una protezione antipirateria) il discorso cambia radicalmente.

Faccio un esempio concreto, ovviamente il tutto rinamendo nell’ipotesi della legalità.

Supponiamo tu sia un’azienda e tutti in azienda utilizziate qualche programma proprietario come Maya, Autocad o altri programmi della suite AutoDesk.

Software proprietario: il suo lato più oscuro ed inquietante
Autocad

L’abbonamento annuale di Maya costa ben più di 2000€, ma supponiamo ci siano problemi di connessione, già lì potrebbero esserci problemi nella convalida della licenza perché non potresti usarlo appieno o non usarlo affatto nel peggiore dei casi.

Oltretutto in caso di violazione di qualsiasi cosa riguardo all’EULA rilasciata dall’azienda (anche minima), la licenza annuale che costa più di 2000€ potrebbe essere revocata in qualsiasi momento.

Se hai un’azienda, non è propriamente il massimo, vero?

Ed è un problema enorme, perché se nella peggiore delle ipotesi AutoDesk dovesse chiudere di punto in bianco, molte aziende e molti utenti in generale rimarrebbero “a secco”, impossibilitati ad usare le applicazioni AutoDesk, ma vale anche per Adobe e molti altri.

Unreal Engine e Unity sono gratuiti, ma…

Software proprietario, come detto all’inizio non è solo software a pagamento, bensì sono programmi (come Unity e Unreal Engine per l’appunto) che sono letteralmente controllati dall’azienda, indipendentemente che tu li paghi (direttamente o meno), oppure no.

I due più noti motori di gioco per poter, per l’appunto, creare videogiochi tanto per cominciare sono legati ad account, vale pertanto lo stesso discorso “il software proprietario è per l’appunto nostro e decidiamo noi come tu devi usarlo“.

Software proprietario: il suo lato più oscuro ed inquietante

Va segnalato che se il tuo computer non è connesso alla rete, ad esempio, Epic Launcher, al contrario di Steam non parte… poiché necessita di rete fin da subito per funzionare, quindi già solo così sei escluso dall’utilizzo di Unreal Engine!

Da notare che Unreal e Unity, contrariamente ad altro software proprietario sono gratuiti, e guadagnano successivamente tramite le tassazioni delle vendite sui videogiochi prodotti; qualcuno potrebbe pensare un po’ ingenuamente “ma se non pago, dove sta il problema?“, il problema sta che anche se non paghi, il problema appena analizzato con i software proprietari come Maya o AutoCad persistono nello stesso identico modo anche in questi ultimi gratuiti.

Colmo dell’ironia, nel peggiore dei casi (Unity ed Epic chiudono i battenti) dovresti andare in cerca di versioni piratate di software proprietario che nemmeno paghi!

So che sembra assurdo leggerlo, ma la realtà è questa…

Le alternative open source: tra utopia e realtà produttiva

Spesso si consiglia di ricorrere ad alternative open source per sfuggire ai vincoli imposti dal software proprietario. E in linea di principio è giusto farlo.

Bisogna essere onesti: non sempre le alternative libere sono all’altezza, specialmente in ambito professionale.

Se stai cercando un sostituto di Photoshop, GIMP può bastare per il fotoritocco base, ma ha ancora limitazioni che lo rendono poco adatto a certi flussi di lavoro avanzati, soprattutto in ambito stampa o design pubblicitario; Blender è un’eccezione notevole nel 3D, ma impararlo ha una curva di apprendimento ripidissima, e molte aziende ancora si affidano ad Autodesk per via della standardizzazione industriale.

Software proprietario: il suo lato più oscuro ed inquietante
Blender può sostituire maya, ma è molto più difficile da utilizzare

Ci sono anche alternative a Unity e Unreal come Godot, che è open source e in crescita, ma ancora oggi non offre certe funzionalità avanzate richieste da produzioni AAA o professionali complesse, né ha un supporto commerciale capillare come quello delle controparti proprietarie.

Il risultato? Se sei un piccolo sviluppatore o un artista indipendente, potresti riuscire a far tutto con software libero, ma appena alzi l’asticella il software proprietario torna a bussare alla porta, e spesso, purtroppo, viene fatto entrare.

Conclusione: la libertà costa, ma la dipendenza costa di più

Non si tratta di demonizzare il software proprietario, né di mitizzare l’open source. Ma bisogna guardare in faccia la realtà: utilizzare software proprietario significa accettare che qualcun altro abbia il controllo, anche se hai pagato cifre astronomiche.

E questo è il vero nodo della questione: non è un problema di soldi, è un problema di libertà e quando il software che usi ogni giorno può sparire, bloccarsi, smettere di funzionare da un momento all’altro perché un server non risponde o perché una clausola è stata infranta… sei ostaggio.

Software proprietario

In un’epoca in cui anche un videogioco o una suite grafica può morire per decisioni aziendali arbitrarie, la sovranità digitale diventa una questione strategica, non solo tecnica.

Come diceva Sun Tzu, “colui che occupa per primo il campo di battaglia e attende il nemico è più pronto alla lotta”. Preparati oggi, con consapevolezza. Perché domani, quando chiuderanno i rubinetti, potrebbe essere troppo tardi.

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