L’esplosione del 5G nell’ultimo anno è ormai storia nota. Velocità e prestazioni della nuova tecnologia sono la punta dell’iceberg; si parla di AI, Autonomous drivinig, 4K HDR e IoT, servizi impensabili fino a poco tempo fa sono ora realtà concrete grazie alle caratteristiche nel nuovo standard di comunicazione.
TIM e Vodafone sono già lanciati nel rilascio della rete mentre il mercato dei device sta spingendo sui primi smartphone che sfruttano le nuove features.
In questo scenario, Qualcomm estende il parco delle piattaforme modulari mobile con oggetti pensati espressamente per lo standard 5G. Snapdragon 865 e 765 sono i due sono i nuovi modelli che incorporano un modem 5G ultraveloce, si parla di 7Gb/s in download e funzionalità specifiche per il 4K, l’HDR e l’AI.
La scommessa di Qualcomm è sulle piattaforme modulari, ovvero dispositivi SoC in grado di incorporare tutta la complessità richiesta per coprire le nuove opportunità del 5G, riducendo tempi e costi di rilascio per i produttori OEM.
Di sicuro questo si tradurrà in una forte spinta nella produzione e diffusione di nuovi device, ma c’è comunque la sensazione che l’ecosistema al contorno sia ancora tutto da definire: quali sono le applicazioni ready-to-go? Esistono elementi concreti che giustificano, oggi, lo step-up tecnologico verso un mondo di servizi ancora da scolpire?
Questo salto generazionale sulle reti mobili si presenta come una vera e propria rivoluzione più che un semplice aggiornamento tecnologico. Il triangolo tra infrastrutture, servizi e device sarà la base su cui far evolvere un mondo che è ancora probabilmente un embrione nella mente dei visionari.