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NotiziaIntelligenza Artificiale

Silicon Valley impazzita per l’AI: investimenti record e ritorni (per ora)

Microsoft, Meta, Apple e Amazon accelerano sull’AI: investimenti record, ritorni reali e un rischio concreto di bolla tech.

Redazione 4 mesi fa Commenta! 5
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Altro che hype passeggero: l’intelligenza artificiale sta diventando una droga finanziaria per i big della Silicon Valley. Microsoft, Meta, Apple e Amazon hanno appena chiuso il trimestre con numeri da capogiro e una certezza in comune: spendere cifre folli per l’AI è diventato il nuovo standard.

Contenuti di questo articolo
Microsoft: la prima a incassare (e a sforare)Meta: da rincorsa a sorpasso?Apple: la calma prima dell’assaltoAmazon: presente ma sottotraccia300 miliardi nel 2025: troppi?La sensazione? Si è rotto l’argine

Il bello? In alcuni casi, inizia pure a fruttare.

Microsoft: la prima a incassare (e a sforare)

Partiamo da chi comanda il branco: Microsoft. Nel suo ultimo earnings report, il colosso ha annunciato un incremento delle vendite del 18% su base annua, con la divisione cloud Azure a +34%, oltre 75 miliardi di dollari di ricavi in 12 mesi. Ma il dato più impressionante è un altro: 30 miliardi di dollari di capex solo nel trimestre in corso, la maggior parte destinata all’intelligenza artificiale.

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Risultato? Per un breve (ma simbolico) momento, Microsoft ha toccato i 4.000 miliardi di capitalizzazione, diventando la seconda azienda al mondo a superare quella soglia.

E il merito? Anche del pacchetto AI Microsoft 365 Copilot, ormai adottato in massa nelle suite business.

Meta: da rincorsa a sorpasso?

Smartwatch di facebook

Mark Zuckerberg non è rimasto a guardare. Dopo anni passati a investire nel metaverso, ora il focus è chiaro: AI prima di tutto. Il CEO ha parlato apertamente di “superintelligenza” e promesso centinaia di miliardi di dollari nei prossimi anni per costruire infrastrutture su scala titanica. Parliamo di data center da svariati gigawatt, con il primo in arrivo nel 2026 e dimensioni “comparabili al perimetro di Manhattan”.

Il colpo di scena? L’adv di Meta è andato oltre le aspettative di Wall Street. Per Zuckerberg il merito è tutto dell’AI integrata nei sistemi pubblicitari, capace di ottimizzare targeting, creatività e performance.

Non è solo fumo: l’ad revenue è cresciuto di miliardi, e gli investitori lo hanno premiato.

Apple: la calma prima dell’assalto

Apple resta prudente, almeno in apparenza. I ricavi di questo trimestre sono saliti grazie agli iPhone, ma Tim Cook ha rotto il silenzio sull’AI, annunciando che la Mela “incrementerà significativamente” i suoi investimenti nel settore e valuterà acquisizioni mirate.

Per ora niente cifre shock, ma l’azienda è famosa per arrivare dopo… e fare centro. Occhi puntati su iOS 19 e i futuri chip Apple Silicon: lì l’AI potrebbe diventare parte integrante dell’esperienza.

Amazon: presente ma sottotraccia

Il report di Amazon ha meno dettagli espliciti, ma l’azienda è già una potenza in ambito AI, soprattutto con AWS. Lato investimenti, non sono emerse cifre paragonabili a quelle di Microsoft o Meta, ma sarebbe ingenuo escluderla dalla partita. Anche Amazon ha i suoi modelli, i suoi chip (Trainium, Inferentia) e un’infrastruttura che può scalare come poche altre.

Probabile che il vero colpo lo stia preparando in silenzio.

300 miliardi nel 2025: troppi?

Silicon valley

Secondo i dati raccolti dal Financial Times, il settore tech nel suo complesso potrebbe superare i 300 miliardi di dollari di investimenti in AI solo quest’anno. Una corsa senza freni, che per ora sembra sostenibile.

Ma c’è un grosso punto interrogativo: la domanda crescerà abbastanza da giustificare tutta questa spesa?

Un recente studio della Federal Reserve ha messo in guardia: l’adozione dell’AI è ancora limitata, perlopiù confinata ai grandi player nei settori tech, finanza e ricerca. Per il resto del mercato, il salto non è ancora avvenuto. E se non succederà nei prossimi anni, la bolla potrebbe scoppiare. Letteralmente.

Il paragone della Fed è eloquente: come l’espansione ferroviaria dell’Ottocento, che finì per generare una crisi economica devastante. Se i big tech costruiscono troppo in fretta e l’uso dell’AI non decolla, il rischio è lo stesso.

La sensazione? Si è rotto l’argine

Nonostante i timori, questa tornata di trimestrali ha segnato un cambio di passo. Le aziende non stanno solo spendendo: stanno iniziando a guadagnarci. E gli investitori, finora cauti, sembrano aver fiutato l’odore dei primi ritorni reali.

Il che cambia tutto.

La domanda adesso non è più “funzionerà?”. È “chi resterà fuori dalla festa?”Vuoi seguire l’evoluzione dell’intelligenza artificiale nelle big tech? Rimani aggiornato con noi su Instagram e non perderti nessuna analisi tech.

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