Sentinel-2 è un satellite che, grazie alle analisi fornite dall’intelligenza artificiale, riesce a rintracciare i frammenti di plastica più grandi di 5 millimetri che si aggregano negli oceani e purtroppo compromettono la salute e la vita della fauna marina.
Questa nuova metodologia garantisce un successo nell’86% delle ricerche: a dimostrarlo sono stati i primi test svolti proprio tramite il sentinel-2, che è parte integrante del progetto Copernicus, gestito da Commissione europea e Agenzia spaziale europea (Esa). I risultati di questi studi preliminari sono stati pubblicati sul Scientific Reports dai ricercatori britannici del Plymouth Marine Laboratory.
Sentinel-2: tecnica di rilevamento
La tecnica di rilevamento delle macroplastiche negli oceani si basa su un algoritmo addestrato per riconoscere la loro firma spettrale attraverso il satellite sentinel-2. I primi riconoscimenti sono avvenuti nel porto sudafricano di Durban il 24 aprile 2019. Lungo la costa greca invece sono stati distribuiti in modo controllato dai ricercatori alcuni detriti che presentavano le stesse caratteristiche della plastica insieme ad altri materiali naturali sempre analizzati tramite IA, come alghe, frammenti di legno, schiuma e rocce di origine vulcanica.
L’efficienza dell’intelligenza artificiale è stata misurata attraverso i dati di Sentinel-2 raccolti in quattro località: Accra in Ghana, le isole San Juan in Canada, Da Nang in Vietnam e l’est della Scozia. L’algoritmo ha dimostrato di riuscire senza difficoltà a distinguere le macroplastiche dagli altri elementi naturali con un’accuratezza dell’86% nelle quattro diverse località, raggiungendo il 100% nel caso delle isole canadesi.
Nella ricerca, rispetto al progetto Copernicus, si legge: “Copernicus si basa sui risultati di parecchi anni di ricerca e sviluppo e sulle capacità, esperienze e competenze europee e nazionali esistenti. Ad esempio, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA3) ha messo in orbita, ai fini della ricerca e dello sviluppo, un certo numero di missioni a breve e medio termine mentre diversi paesi europei hanno sviluppato attività di osservazione della Terra in modo indipendente, con operazioni isolate risultate costose e difficili da mantenere nel tempo. Copernicus è il risultato di un impegno a lungo termini dell’Unione europea volto a fornire in maniera sostenibile informazioni continue, di alta qualità e comparabili, permettendo alle organizzazioni partecipanti economie di scala“.