L’Accademia dei Lincei lancia un messaggio chiaro al Governo: se l’Italia vuole competere sul piano scientifico internazionale serve una Legge di Bilancio che tratti la ricerca come settore strategico e non come una semplice appendice della pubblica amministrazione. Le pastoie burocratiche rallentano acquisti, bloccano progetti e demotivano i ricercatori.
La ricerca non è una segreteria, serve autonomia reale
Nel documento appena diffuso, nato da un confronto tra esperti e istituzioni, i Lincei denunciano una macchina amministrativa che per la scienza gira troppo lentamente. Acquistare un microscopio, un reagente o anche solo un componente tecnico richiede mesi di attese, bandi, autorizzazioni e controlli. Tutto questo in nome della trasparenza, ma con il risultato di paralizzare l’attività quotidiana dei laboratori italiani.
Il problema è che le regole pensate per la pubblica amministrazione valgono oggi anche per università e centri di ricerca. Ma un’università non è un ufficio comunale e un laboratorio non può seguire gli stessi iter previsti per un appalto di arredi.
Un quadro che penalizza: costi alti, tempi lunghi, poca competitività

Nel confronto con i partner europei l’Italia resta indietro non per mancanza di competenze o di idee, ma per colpa di un sistema burocratico che si muove troppo lentamente.
Secondo l’Accademia dei Lincei, l’eccessiva rigidità delle norme ha tre effetti diretti:
- Allunga i tempi di acquisto di materiali e strumenti scientifici, rallentando interi progetti
- Aumenta i costi, soprattutto nei rapporti con fornitori esteri che mal sopportano la burocrazia italiana
- Demotiva la comunità scientifica, costretta a gestire scartoffie invece di dedicarsi alla ricerca
Il paradosso è che i controlli attuali non impediscono eventuali illeciti e nello stesso tempo affossano la produttività del sistema.
La proposta: un intervento normativo mirato
L’obiettivo non è abolire regole e trasparenza, ma differenziare. Le norme attuali dovrebbero restare valide per tutti gli appalti pubblici non scientifici, mentre università e istituti di ricerca dovrebbero poter operare con procedure semplificate, in linea con gli standard europei.
Esempi concreti: ordini diretti per beni altamente specializzati, riduzione delle fasi di verifica contabile, riforma del sistema di rendicontazione dei fondi di ricerca.
Il segnale politico atteso: agire già nella prossima Legge di Bilancio
La richiesta è precisa: inserire nella prossima Legge di Bilancio misure che svincolino il comparto scientifico dalle regole della pubblica amministrazione tradizionale. Non una promessa futura, ma un cambio reale di paradigma.
L’Accademia dei Lincei si dice pronta a collaborare, a fornire documenti, partecipare ad audizioni e illustrare in dettaglio come rendere la ricerca italiana più veloce, più economica e finalmente competitiva a livello internazionale.
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