Lo screening precoce, che è stato introdotto nella diagnosi di disturbo dello spettro autistico (ASD) nel 2011, si è evoluto nel tempo divenendo uno strumento sempre più efficace e un valido aiuto sia per i pediatri che per i genitori dei bambini interessati.
Gli scienziati della University of California San Diego School of Medicine hanno confermato la validità questo strumento, in una ricerca pubblicata sul Journal of Pediatrics.
Screening precoce porta a terapie precoci molto più incisive
Il team di ricerca, capitanato da Karen Pierce, Ph.D., professoressa del Dipartimento di Neuroscienze, ha sviluppato il programma Get SET Early, in collaborazione con ricercatori dell’UC San Diego Autism Center of Excellence (ACE): insieme hanno dato vita ad una rete di 203 pediatri a San Diego, regione che ha condotto screening sistematici di 59.411 neonati o bambini piccoli durante i controlli di 12, 18 e 24 mesi.
I genitori dei bambini sono stati inviati a compilare un questionario convalidato sull’uso del contatto visivo, delle parole, dei gesti e di altre forme di comunicazione adeguate all’età da parte dei loro figli, utilizzando un modulo cartaceo o un iPad. L’ultima domanda sullo strumento di screening: “Hai qualche preoccupazione per lo sviluppo di tuo figlio?” (Si o no).
Con l’ausilio di schermi digitali, è stato possibile classificare automaticamente i pazienti in base al “superamento” del test o meno. Ai pediatri invece è stato chiesto di specificare se si riferivano a bambini piccoli che non avevano superato uno screening per un’ulteriore valutazione e, in caso contrario, perché no.
I risultati di questa ricerca hanno messo in evidenza che 897 bambini non hanno superato lo screening iniziale e hanno ricevuto un’ulteriore valutazione presso l’ACE. All’interno di questa coorte, 403 hanno ricevuto una successiva diagnosi di ASD. Circa il 60% di questi bambini è stato valutato durante le visite di 12 mesi del neonato e ha ricevuto una valutazione completa, diagnosi e rinvio al trattamento entro i 15 mesi di età.
Pierce, che è co-direttore di ACE, ha spiegato che: “Ci sono ampie prove che la terapia precoce può avere un impatto positivo sul cervello in via di sviluppo. L’opportunità di diagnosticare e quindi iniziare il trattamento per l’autismo intorno al primo compleanno di un bambino ha un enorme potenziale di cambiare i risultati per i bambini affetti dal disturbo. Questi bambini, come parte del programma Get SET Early, hanno iniziato il trattamento circa tre anni prima della media nazionale di 52 mesi”.
Lo studio ha anche prodotto risultati importanti: i pediatri coinvolti hanno indirizzato solo il 39% dei bambini che non avevano superato uno screening per ulteriori valutazioni: “I dati degli iPad indicavano che la mancanza di follow-through del referral era dovuta al fatto che i pediatri pensavano che i risultati dello schermo fossero sbagliati”, ha specificato Pierce. “Ma se un genitore ha notato che era preoccupato controllando ‘sì’ sull’ultima domanda, il tasso di referral è aumentato al 70%”.
“Questi risultati sottolineano l’importanza della partecipazione e dell’input dei genitori quando si cerca di rilevare i primi segni di ASD o altri ritardi nello sviluppo nei bambini piccoli. Se sei un genitore e hai anche piccole preoccupazioni su come si sta sviluppando tuo figlio, devi parlare. Non aspettare. La tua voce ha un peso”, ha concluso l’esperto.