Le cellule tumorali più resistenti sembravano immuni alle cure, ma ora gli scienziati hanno trovato il loro punto debole. Un nuovo studio ha rivelato che, anche quando la chemioterapia fallisce, provoca un cambiamento strutturale nelle cellule malate, rendendole più vulnerabili. Questa scoperta, pubblicata su Nature Communications dai ricercatori dell’Università di Innsbruck, potrebbe rivoluzionare il trattamento dei tumori più aggressivi.
Un’arma nascosta nella membrana delle cellule tumorali
I ricercatori, guidati da Andreas Koeberle, hanno scoperto un processo finora passato inosservato: le cellule tumorali, dopo essere state esposte alla chemio, modificano la loro membrana, incorporando una maggiore quantità di acidi grassi polinsaturi.

Questi acidi grassi hanno una struttura particolare: contengono legami doppi che impediscono loro di impacchettarsi in modo compatto. Il risultato? Le membrane cellulari diventano meno solide e più fragili.
Questa condizione le rende più sensibili a un tipo di morte cellulare chiamata ferroptosi, un processo che dipende dalla presenza di ferro e dall’azione dei radicali liberi. Quando i radicali liberi attaccano questi acidi grassi, si formano buchi nella membrana cellulare, portando infine alla distruzione della cellula tumorale.
Un meccanismo che potrebbe rivoluzionare le terapie oncologiche
Lo studio ha dimostrato che questo meccanismo è universale, cioè riguarda tutti i tipi di cellule tumorali analizzati. Questo significa che potrebbe diventare un nuovo bersaglio terapeutico, utile per potenziare i trattamenti già esistenti.
Secondo Koeberle, l’aggiunta di sostanze che stimolano la ferroptosi alle terapie tradizionali potrebbe essere la chiave per eliminare definitivamente anche le cellule tumorali più resistenti.
Cosa significa questa scoperta per il futuro delle cure oncologiche?
Questa ricerca apre la strada a strategie terapeutiche completamente nuove per affrontare i tumori che non rispondono ai trattamenti tradizionali. Se sarà confermata da ulteriori studi, potrebbe portare allo sviluppo di farmaci combinati in grado di sfruttare questa vulnerabilità e colpire le cellule malate senza danneggiare quelle sane.
La lotta contro il cancro è ancora lunga, ma questa scoperta offre una nuova speranza per chi combatte contro le forme più difficili da trattare.
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