Sono solamente pochi mesi che la nuova rete 5G è ufficialmente sbarcata in Italia, ma la sua espansione è stata rallentata dai numerosi problemi tecnici e logistici che devono essere ancora risolti.
Uno studio effettuato da alcuni ricercatori della Purdue University in collaborazione con la University of Iowa ha portato alla luce 11 problemi critici legati alla progettazione della rete.
Attraverso queste falle alla sicurezza sarebbe possibile portare a termine importanti attacchi informatici, che permetterebbero di esporre la posizione dell’utente, registrare le chiamate effettuate, e perfino navigare sul browser del dispositivo.
Tra le varie opportunità vi è anche quella di eseguire un attacco mirato con l’obiettivo di cambiare il protocollo utilizzato, portando alla luce le vecchie vulnerabilità corrette con le nuove versioni dello standard.
La ricerca si basa interamente sull’utilizzo del 5GReasoner, una piattaforma di test ideata dalle stesse università proprio per mettere alla prova il nuovo protocollo di comunicazione.
Questi nuovi dati sono la prova che al momento lo standard 5G è ancora vulnerabile e non può garantire nessuna certezza quando si parla della protezione di dati sensibili.
L’analisi ha anche messo in evidenza la presenza di 5 falle che sono state ereditate dallo standard LTE.
Questo significa che per raggiungere un grado soddisfacente di sicurezza è necessario modificare pesantemente i protocolli già esistenti.
Il team incaricato della ricerca ha deciso di non rilasciare pubblicamente i dettagli legati al proprio studio, ma ha preferito fornirli alla GSMA (Global System for Mobile Communications) per permettere il miglioramento di questi protocolli senza creare ulteriori allarmismi.
La stessa società avrebbe minimizzato il problema, ma gli studiosi sono fermamente convinti del pericolo legato a queste falle e raccomandano di intervenire al più presto.