Hai mai sentito parlare di una millinova? Questo nuovo tipo di esplosione stellare, cento volte più luminosa del Sole ma mille volte meno intensa di una classica nova, sta ampliando il nostro concetto di fenomeni cosmici. La scoperta, pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters, è il frutto del lavoro di un team internazionale di astronomi guidato dall’Università di Varsavia.
Una scoperta nata per caso
La ricerca si basa su 20 anni di osservazioni raccolte dall’esperimento Ogle (Optical Gravitational Lensing Experiment). Gli scienziati stavano analizzando i dati per cercare tracce di enormi buchi neri primordiali nell’alone di materia oscura della Via Lattea. Inaspettatamente, si sono imbattuti in esplosioni stellari mai osservate prima. Così sono state identificate 28 millinovae in due galassie satellite della Via Lattea: la Grande Nube di Magellano e la Piccola Nube di Magellano. Curiosamente, la prima di queste esplosioni era stata rilevata otto anni fa, ma non era stata riconosciuta come tale.
L’origine delle millinovae
Secondo gli studiosi, le millinovae si formano in sistemi stellari binari composti da una nana bianca e una stella subgigante. La subgigante è una stella che ha esaurito l’idrogeno nel suo nucleo e si è espansa. Le due stelle orbitano molto vicine, con periodi di rotazione di pochi giorni. Questa vicinanza permette al materiale della subgigante di fluire verso la nana bianca, dando origine all’esplosione.
“Le millinovae sono un fenomeno straordinario: rappresentano un punto di transizione tra le esplosioni più comuni come le nova e le kilonova”, spiega Przemek Mróz, primo autore dello studio.
Le emissioni di raggi X: un mistero ancora da risolvere
Una delle caratteristiche più affascinanti delle millinovae è l’emissione di raggi X, il cui meccanismo non è ancora del tutto chiaro. Gli scienziati stanno considerando due ipotesi principali. La prima è che i raggi X siano prodotti in una fascia attorno all’equatore della nana bianca, dove il gas della subgigante colpisce la superficie. La seconda ipotesi è che i raggi X provengano da una debole esplosione termonucleare sulla superficie della nana bianca, causata dalla materia che vi cade sopra.
Millinovae e supernovae: un legame possibile
Se la seconda ipotesi fosse corretta, le millinovae potrebbero essere le progenitrici delle supernovae di tipo Ia, le esplosioni più potenti dell’universo. Questo perché, con il tempo, la massa della nana bianca aumenterebbe fino a raggiungere il punto critico per scatenare una supernova.
Una finestra sul futuro
La scoperta delle millinovae non è solo un evento astronomico straordinario, ma apre nuove prospettive per comprendere l’evoluzione delle stelle e dei sistemi binari. Ti incuriosiscono questi fenomeni cosmici? Condividi questo articolo con chi ama scoprire i misteri dell’universo e seguici sui nostri social per rimanere aggiornato sulle ultime novità!