Un recente studio condotto dall’Università del Michigan ha aperto nuove prospettive nel trattamento della sclerosi multipla primaria progressiva, una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale. I ricercatori hanno sviluppato un trattamento innovativo basato su nanoparticelle che, in topi con una condizione simile alla SM, ha rallentato o addirittura fermato la progressione della malattia.
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Arriva una nuova speranza
La sclerosi multipla primaria progressiva è una malattia complessa, caratterizzata dalla distruzione della guaina mielinica che avvolge i nervi, compromettendo la trasmissione degli impulsi nervosi. La versione più aggressiva della malattia, la SM primaria progressiva, può portare a disabilità gravi entro pochi anni dalla diagnosi.
Uno dei principali ostacoli nella ricerca sulla SM è la difficoltà di studiare i meccanismi della malattia nei pazienti viventi. Poiché gli attacchi si verificano nel cervello e nel midollo spinale, non è possibile effettuare biopsie. Per superare questa limitazione, i ricercatori utilizzano modelli animali, come i topi, per studiare la progressione della malattia e testare nuove terapie.
Nello studio dell’Università del Michigan, i ricercatori hanno sviluppato un trattamento basato su nanoparticelle che, somministrato precocemente nei topi, ha impedito lo sviluppo dei sintomi tipici della sclerosi multipla primaria progressiva, come la paralisi. Nei topi in cui i sintomi erano già comparsi, il trattamento ha ridotto significativamente la gravità della malattia.
“Questo trattamento è promettente perché, a differenza delle terapie attuali, sembra agire direttamente sui meccanismi della malattia, anziché limitarsi a sopprimere il sistema immunitario”, spiega Aaron Morris, professore associato di ingegneria biomedica presso l’UM e coautore dello studio.
Oltre ai promettenti risultati terapeutici, lo studio ha fornito ai ricercatori una nuova visione di come la SM primaria progressiva attacca il sistema nervoso centrale nelle prime fasi della malattia. Questa conoscenza potrebbe essere fondamentale per sviluppare trattamenti ancora più efficaci in futuro.
Sebbene i risultati siano incoraggianti, è importante sottolineare che si tratta di uno studio preliminare condotto su topi. Tuttavia, la ricerca apre nuove prospettive per il trattamento della sclerosi multipla primaria progressiva, una malattia che ancora oggi rappresenta una sfida per la medicina: “Siamo fiduciosi che questo approccio possa portare a nuove terapie per la SM, in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti e rallentare la progressione della malattia”, ha affermato Morris.
Una nuova comprensione della SM primaria progressiva
La mancanza di una comprensione approfondita dei meccanismi alla base della sclerosi multipla primaria progressiva ha ostacolato lo sviluppo di trattamenti efficaci. Attualmente, l’unico farmaco approvato dalla FDA è in grado di rallentare la progressione della malattia, ma non offre una remissione completa e, agendo sopprimendo il sistema immunitario, rende i pazienti più vulnerabili alle infezioni
Per superare questa sfida, il team di ricerca ha adottato un approccio innovativo, utilizzando un impianto spugnoso, noto anche come scaffold, precedentemente impiegato per diagnosticare la SM recidivante o per monitorare il rigetto di organi trapiantati. Questo scaffold è un cilindro di poliestere biodegradabile, di 13 millimetri di diametro e 2 millimetri di altezza, ricco di piccoli pori che offrono alle cellule un ambiente ideale per aderire.
Dopo aver impiantato lo scaffold sotto la pelle, nella zona delle scapole dei topi, il team ha indotto una condizione autoimmune simile alla SM in metà dei soggetti, mentre l’altra metà è stata utilizzata come gruppo di controllo sano. Nel giro di poche settimane, le cellule immunitarie, attratte dall’oggetto estraneo, sono cresciute all’interno dei pori dello scaffold, insieme ad altre cellule, creando un tessuto surrogato facilmente accessibile per la biopsia, esterno al sistema nervoso centrale. Questo tessuto ha fornito informazioni preziose sulla risposta immunitaria disregolata nella sclerosi multipla primaria progressiva.
Attraverso il sequenziamento dell’RNA a singola cellula, il team ha analizzato il tessuto delle spugne, svelando le attività delle singole cellule e identificando le differenze tra tessuto sano e malato. È emersa una particolare iperattività di un gruppo di proteine, chiamate chemochine CC, nel tessuto malato. Queste proteine, che normalmente richiamano altre cellule per combattere le infezioni, quando sono eccessivamente attivate, inducono le cellule immunitarie ad attaccare i tessuti sani.
Sulla base di queste scoperte, i ricercatori hanno sviluppato nanoparticelle iniettabili, di soli 400 nanometri di diametro, progettate per circondare una chemochina CC chiave e bloccare l’infiammazione inappropriata. Questo meccanismo ha impedito lo sviluppo dei sintomi nei topi trattati precocemente e ha ridotto i sintomi di oltre la metà nei soggetti in cui la malattia era già insorta. Un’attenta analisi delle cellule immunitarie ha confermato una minore attività della malattia nei topi trattati con nanoparticelle.
“L’impalcatura offre una capacità senza precedenti di seguire le dinamiche della malattia e di studiarne i meccanismi di base, soprattutto nelle fasi iniziali. Le terapie che mirano a questi meccanismi precoci possono arrestare la progressione della malattia prima che si verifichino danni significativi ai tessuti”, ha affermato Lonnie Shea, Steven A. Goldstein Collegiate Professor of Biomedical Engineering e coautore dello studio.
Sclerosi multipla primaria progressiva (SMPP): una forma di SM più complessa
La sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune cronica che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare il cervello, il midollo spinale e i nervi ottici. Esistono diverse forme di SM, tra cui la sclerosi multipla primaria progressiva (SMPP), una delle forme meno comuni e più difficili da diagnosticare e curare.
La SMPP è caratterizzata da un progressivo peggioramento delle funzioni neurologiche fin dall’esordio della malattia, senza remissioni o periodi di miglioramento significativi. A differenza di altre forme di SM, come la SM recidivante-remittente, in cui i sintomi possono andare e venire, nella SMPP la disabilità si accumula gradualmente nel tempo.
I sintomi della sclerosi multipla primaria progressiva possono variare notevolmente da persona a persona, ma alcune manifestazioni sono più comuni. Tra queste, si riscontrano difficoltà nella deambulazione e problemi di equilibrio, spesso accompagnati da debolezza muscolare, in particolare alle gambe. La spasticità, ovvero la rigidità muscolare, è un altro sintomo frequente, così come i disturbi visivi, tra cui la neurite ottica.
La fatica, il dolore e i problemi cognitivi, come difficoltà di memoria, concentrazione e linguaggio, sono altri disturbi che possono presentarsi. Infine, alcune persone con SMPP possono manifestare problemi intestinali e vescicali. È importante sottolineare che questa è solo una panoramica dei sintomi più comuni e che ogni individuo può sperimentare la malattia in modo distinto.
Le cause esatte della SMPP non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano coinvolti fattori genetici, ambientali e immunologici. La ricerca suggerisce che nella SMPP si verifica un danno progressivo ai nervi, sia a livello della mielina (la guaina protettiva che avvolge i nervi) che degli assoni (la parte centrale del nervo).
Attualmente non esiste una cura per la sclerosi multipla primaria progressiva, ma sono disponibili diverse opzioni terapeutiche che possono aiutare a gestire i sintomi, rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita dei pazienti. I trattamenti possono includere farmaci immunomodulatori o immunosoppressori, terapie fisiche e riabilitative, nonché terapie mirate per la gestione di sintomi specifici.
La prognosi per la SMPP varia da persona a persona. Alcuni pazienti possono avere una progressione lenta della malattia, mentre altri possono sviluppare disabilità significative più rapidamente. È importante sottolineare che la ricerca sulla SMPP è in continua evoluzione e nuove terapie potrebbero essere disponibili in futuro.
La sclerosi multipla primaria progressiva è una forma di SM complessa e impegnativa, ma la ricerca scientifica sta facendo progressi nella comprensione delle cause e nello sviluppo di nuove opzioni di trattamento. Se hai sintomi che ti preoccupano, consulta il tuo medico per una valutazione e una diagnosi accurate.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.