In un nuovo e affascinante studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, si è discusso di una nuova specie di scinco, appena scoperta, che si rivelò 1.000 volte più pesante rispetto ai suoi parenti. Questa stupefacente scoperta ha gettato luce sul fatto che il più grande scinco mai conosciuto si estinse ben 47.000 anni fa, proprio nel momento in cui molte altre gigantesche creature australiane stavano scomparendo dalla faccia della Terra.
Gli scienziati che hanno fatto questa scoperta sostengono che potrebbero esistere molti altri esemplari di scinco giganti dell’epoca, ancora da identificare e sepolti chissà dove, e il ritardo nella scoperta di questa nuova specie riflette l’attenzione limitata dedicata allo studio dei fossili di rettili in Australia.
Di solito, uno scinco da giardino ha un peso di circa 2 grammi (0.07 once), e come in altri continenti, l’Australia ospita numerose specie di scinchi, ma si distingue anche per la presenza di grandi esemplari lenti appartenenti alla famiglia degli scinchi, come le lucertole dalla lingua blu e i ciottoli, quest’ultimo dei quali può raggiungere un peso di 1 chilogrammo (2,2 libbre).
La rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B ha riportato l’annuncio della scoperta di una specie estinta chiamata Tiliqua frangens, che era ancora più imponente, e si stima che questa specie potesse raggiungere le dimensioni di un avambraccio di un essere umano adulto e pesare circa 2 chilogrammi (4,4 libbre).
La sua mole era talmente imponente che i paleontologi che l’hanno studiata le hanno affettuosamente dato soprannomi come “Mega Chonk” e “Chonkasaurus” (si noti che non va confusa con Chonkosaurus, la gigantesca tartaruga azzannatrice di Chicago).
Cos’altro sappiamo su questo scinco e gli altri esistenti
La dottoressa Kailah Thorn, del Western Australian Museum, ha dichiarato a IFLScience che la maggior parte delle 1.700 specie di scinco attualmente viventi si basa sulla velocità e sul camuffamento per evitare di diventare preda di altri animali, oltre a sfruttare la loro abilità di staccare la coda, Frangens, invece, aveva un approccio completamente diverso: era coperto da un’armatura pesante e dotato di spine affilate.
In effetti, furono proprio queste caratteristiche a attirare l’attenzione degli scienziati sulla presenza di Frangens, e come ha dichiarato la dottoressa Diana Fusco, del Laboratorio di Paleontologia della Flinders University:
“Durante gli scavi nelle Wellington Caves, abbiamo iniziato a trovare queste piastre corazzate chiodate che non erano mai state osservate prima. Abbiamo capito che avevamo qualcosa di unico e interessante”.
In Australia, non esistono tartarughe terrestri, e gli scienziati ritengono che Frangens abbia occupato una nicchia ecologica simile, nutrendosi di vegetazione bassa e frutti grazie alla sua bocca ampia, pur essendo troppo massiccio per la maggior parte dei predatori. I serpenti costrittori potrebbero essere stati una minaccia per un rettile di queste dimensioni, che si muoveva lentamente, ed altre possibili minacce potrebbero aver incluso leoni marsupiali e grandi rapaci.
Come ha sottolineato Thorn in un’intervista rilasciata sempre ai nostri colleghi di IFLScience:
“Sarebbe stato difficile per i predatori affrontare quelle spine”.
I Frangens sono stati presenti in Australia per almeno un milione di anni, e un esemplare datato provvisoriamente potrebbe essere vissuto tra 1,5 e 2 milioni di anni fa. Questo rende difficile determinare con precisione il momento della loro estinzione, che avvenne molto vicino al momento in cui gli esseri umani si diffusero per la prima volta in tutto il continente.
Thorn evita di entrare nel dibattito notoriamente controverso sulle cause dell’estinzione della megafauna australiana, affermando che sono necessarie ulteriori ricerche e dati, tuttavia ammette che se i Frangens fossero stati gustosi, le loro difese avrebbero offerto una protezione limitata contro gli strumenti e il fuoco.
In alternativa, l’estinzione di molte specie più grandi nello stesso periodo potrebbe aver modificato l’ecosistema in modo tale da renderlo inadatto per la sopravvivenza di Frangens.
Thorn ha osservato che le specie di grandi dimensioni e con lunga durata di vita sono “l’anello trofico più debole” di fronte ai rapidi cambiamenti ambientali, ed ha affermato:
“Il fatto che anche specie relativamente piccole siano scomparse nonostante non raggiungessero i 100 chilogrammi (220 libbre) dimostra che non è necessario essere enormi per essere vulnerabili”.
Il documento scientifico osserva che, sebbene sembri che Frangens fosse diffuso in Australia, non sono state trovate prove che corrispondano alla presenza dei ciottoli, nonostante molte di queste aree ospitino ancora i parenti più piccoli. Quindi, sembra che l’estinzione di Frangens abbia aperto la strada alle specie comunemente conosciute come “lucertole assonnate”.
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