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Scienziata cura il cancro al terzo stadio senza chemio con virus di laboratorio: un approccio controverso

Una scoperta rivoluzionaria che solleva dubbi etici

Massimo 7 mesi fa Commenta! 3
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Una scienziata ha trattato il proprio cancro al seno in fase 3 utilizzando virus coltivati in laboratorio, evitando la chemioterapia. Questa storia straordinaria, seppur controversa, apre nuove prospettive per la ricerca sul cancro. Tuttavia, solleva anche importanti questioni etiche sull’autotrattamento.

Contenuti di questo articolo
Virus di laboratorio contro il cancroCos’è l’OVT?Scienziata cura il cancro al terzo stadio: dubbi etici sull’autotrattamentoUn impatto duraturo sulla ricerca

Beata Halassy, virologa presso l’Università di Zagabria, ha scoperto nel 2020 di avere un tumore al seno nella stessa area di una precedente mastectomia. Dopo aver subito due ricadute e non volendo affrontare nuovamente la chemioterapia, Halassy ha deciso di esplorare una strada alternativa basata sulla sua esperienza nella virologia.

Scienziata

Virus di laboratorio contro il cancro

La Halassy ha sperimentato su di sé l’oncolytic virotherapy (OVT), una terapia in fase di sviluppo che utilizza virus per attaccare le cellule tumorali e stimolare il sistema immunitario. Il caso è stato documentato in un articolo pubblicato su Vaccines. Da allora, la scienziata è libera dal cancro da quattro anni.

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Cos’è l’OVT?

L’oncolytic virotherapy è una strategia innovativa che sfrutta virus specifici per infettare e distruggere le cellule tumorali senza danneggiare i tessuti sani. Sebbene approvata per alcuni tipi di cancro, come il melanoma metastatico negli Stati Uniti, l’OVT non è ancora autorizzata per il trattamento del cancro al seno a nessun livello.

Halassy ha utilizzato due virus distinti in successione:

  • Virus del morbillo: Già studiato contro il cancro al seno metastatico.
  • Virus della stomatite vescicolare (VSV): Testato in studi clinici per trattamenti OVT.

Grazie alla sua esperienza nella coltivazione di virus, Halassy ha mirato al tumore con questi virus, sfruttando le loro capacità di infettare le cellule tumorali.

Scienziata cura il cancro al terzo stadio: dubbi etici sull’autotrattamento

La decisione di Halassy di trattarsi da sola ha scatenato un acceso dibattito sull’etica della sperimentazione personale. L’articolo è stato rifiutato da oltre 12 riviste scientifiche a causa delle implicazioni etiche.

Secondo Jacob Sherkow, esperto in diritto e medicina presso l’Università dell’Illinois, la condivisione di tali risultati potrebbe indurre altre persone a evitare trattamenti tradizionali in favore di approcci non ancora validati scientificamente. Tuttavia, Sherkow sottolinea anche l’importanza di preservare le intuizioni ottenute attraverso la sperimentazione personale.

Halassy crede che la complessità della terapia renda improbabile che altri tentino di replicarla senza un background scientifico adeguato.

Un impatto duraturo sulla ricerca

Il successo personale di Halassy ha avuto un forte impatto sulla sua carriera. Recentemente, ha ricevuto finanziamenti per studiare l’utilizzo dell’OVT nel trattamento del cancro negli animali domestici. Questo risultato dimostra come le esperienze personali possano influenzare in modo significativo la direzione della ricerca scientifica.

Invito all’azione: Se sei interessato alle ultime novità sulla ricerca contro il cancro e sulle terapie innovative come l’oncolytic virotherapy, seguici sui nostri social e condividi questo articolo con chi desidera conoscere nuove prospettive nella lotta contro il cancro.

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