Kazumitsu Ueda, ricercatore dell’Istituto per le scienze del materiale cellulare integrato (iCeMS) dell’Università di Kyoto, insieme ad un team di suoi colleghi, ritengono che le mutazioni in una proteina di trasporto del colesterolo cellulare possano essere associate a disturbi psichiatrici come la schizofrenia. In particolare, in uno studio pubblicato sul Journal of Biological Chemistry, gli studiosi hanno osservato le funzioni della proteina ABCA13 fornendo le prove del comportamento caratteristico della schizofrenia nei topi con ABCA13 interrotta.
La schizofrenia, una tra le sofferenze mentali più diffuse, è un disturbo cronico e invalidante che colpisce il cervello. La sua etimologia significa letteralmente “mente separata”. Chi soffre di questa terribile malattia, infatti, presenta importanti difficoltà nel distinguere la realtà e nel gestire le proprie emozioni.
Ad oggi si ritiene che la patologia abbia una genesi multifattoriale come l’ereditarietà, gli eventi traumatici avvenuti durante il periodo gestazionale, lo stress ambientale e quello psicologico. Anche situazioni complesse aumentano di due o tre volte il rischio di sviluppare questa patologia, ciò forse a causa del danno che il cervello subisce durante il suo sviluppo.
Schizofrenia: cos’è l’ABCA13 e che influenza ha sulle cellule nervose del cervello
ABCA13 appartiene a una famiglia di proteine trasportatrici cellulari note come proteine ATP-binding cassette (ABC). Esse sono coinvolte nel movimento del colesterolo e di altre molecole dentro e fuori le cellule. Il team di scienziati giapponesi ha analizzato non solo la famiglia ABCA13 in diversi tipi di cellule umane, ma ha disinnescato il gene che codifica la proteina nei topi. Lo studio ha evidenziato che ABCA13, una grande proteina localizzata nelle vescicole cellulari e coadiuvante nel trasportare il colesterolo dalla membrana cellulare alle vescicole, accelera l’internalizzazione del colesterolo nelle cellule. Inoltre, la sua perdita di funzione è associata alla fisiopatologia di alcuni disturbi psichiatrici, tra cui la schizofrenia.
È stato osservato che i topi privi di ABCA13 sembravano non mostrare sintomi durante la prima fase della ricerca. Tuttavia, sono state studiate delle anomalie nel cosiddetto test di risposta allarmante e di inibizione prepulse. In condizioni tipiche uno stimolo “prepulse” debole (come una stimolazione sonora) è possibile diminuire la sensazione di essere spaventati da uno stimolo successivo più forte. I pazienti colpiti da certe sofferenze mentali, però, si sentono ancora intimoriti da uno stimolo normale, nonostante siano preceduti da un prepulse. Sia i topi “sani” che quelli privi di ABCA13 avevano una normale risposta di allarme. Ma solo i roditori ingegnerizzati sono rimasti sorpresi nel momento in cui lo stimolo è stato preceduto da un prepulse.
La ricerca in questione ha spiegato come la delezione di ABCA13 sia capace di influenzare le cellule nervose: è stato evidenziato infatti che le vescicole nelle terminazioni nervose cerebrali dei topi in cui la proteina era assente, non accummulavano colesterolo. Questa anomalia potrebbe incoraggiare lo sviluppo della schizofrenia. Secondo gli scienziati, ulteriori approfondimenti sulle funzioni della proteina ABCA13 potrebbero contribuire allo sviluppo di nuove terapie farmacologiche per patologie quali la schizofrenia, la depressione maggiore e il disturbo bipolare.