Scarlett Johansson ha recentemente dichiarato di essere scioccata e arrabbiata per l’utilizzo non autorizzato della sua voce da parte di OpenAI. L’azienda, famosa per aver creato ChatGPT, avrebbe infatti clonato la voce dell’attrice senza il suo consenso per il nuovo modello di intelligenza artificiale GPT-4o.
La denuncia di Scarlett Johansson
Scarlett Johansson ha espresso una forte indignazione nei confronti di OpenAI, accusando l’azienda di aver clonato la sua voce senza autorizzazione. L’attrice ha rivelato di aver ricevuto, alcuni mesi fa, un’offerta economica da Sam Altman, CEO di OpenAI, per concedere i diritti della sua voce al nuovo modello di intelligenza artificiale GPT-4o. Nonostante il rifiuto, OpenAI ha comunque creato una voce inquietantemente simile a quella di Johansson.
Scarlett Johansson ha spiegato che la voce di GPT-4o è talmente simile alla sua che amici e giornalisti non riuscivano a distinguere la differenza. Questo evento l’ha spinta a prendere provvedimenti legali, coinvolgendo un consulente legale che ha inviato lettere a OpenAI, chiedendo chiarimenti sul processo di creazione della voce chiamata “Sky”.
La decisione di Johansson di intraprendere un’azione legale sottolinea un tema sempre più rilevante nell’era digitale: la protezione dell’identità e del lavoro degli artisti contro l’uso non autorizzato delle tecnologie di deepfake. “In un’epoca in cui tutti noi stiamo affrontando i deepfake e cerchiamo di proteggere la nostra identità, e il nostro lavoro, credo che queste siano problematiche che meritano assoluta chiarezza”, ha dichiarato l’attrice.
La risposta di OpenAI
In seguito alle proteste e alla minaccia di un’azione legale da parte di Scarlett Johansson, OpenAI ha annunciato di voler ritirare la voce “Sky” dal suo modello di intelligenza artificiale GPT-4o. L’azienda ha affermato che la voce virtuale incriminata appartiene in realtà a un’altra attrice professionista, cercando così di difendersi dalle accuse.
Tuttavia, la decisione di sospendere l’uso della voce Sky è arrivata dopo che Johansson ha diffuso un comunicato ufficiale in cui denunciava il comportamento di OpenAI. L’attrice ha spiegato che due giorni prima del rilascio della demo di GPT-4o, Altman ha contattato il suo agente per chiedere di ripensarci. Nonostante ciò, il sistema era già disponibile al pubblico, portando Johansson a prendere misure legali.
La sospensione della voce Sky da parte di OpenAI è stata una mossa inevitabile vista la pressione mediatica e le potenziali conseguenze legali. La vicenda ha messo in luce la necessità di regolamentazioni più rigide e chiare riguardo l’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale e la protezione dei diritti degli artisti.
La questione sollevata da Johansson è particolarmente rilevante in un’epoca in cui i deepfake e le tecnologie di intelligenza artificiale sono sempre più presenti. L’attrice ha ricordato che già nel 2013 aveva prestato la sua voce a un’intelligenza artificiale nel film “Her” di Spike Jonze, creando una connessione emotiva con il pubblico.
Le parole di Johansson sollevano una domanda cruciale: come possiamo proteggere la nostra identità e il nostro lavoro in un mondo dominato dalle tecnologie di intelligenza artificiale?
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