Se pensavi che Saturno fosse solo l’elegante signore con gli anelli nel sistema solare, preparati a cambiare idea. Il pianeta con la silhouette più iconica dell’universo ha più lune di qualsiasi altro corpo celeste conosciuto. E il merito, in gran parte, è di un uomo: Edward Ashton.
Negli ultimi dieci anni, Ashton ha rivoluzionato la nostra conoscenza di Saturno, aiutando a portare il conteggio delle sue lune da 62 a 274. Hai letto bene: 274 lune. E la maggior parte le ha scoperte proprio lui, insieme a un team internazionale di astronomi armati di pazienza, telescopi e algoritmi.
Chi è Edward Ashton?
Non è (ancora) una rockstar della scienza, ma ci sta andando vicino. Edward Ashton è un astronomo canadese e attualmente lavora come postdoc presso l’Academia Sinica Institute of Astronomy and Astrophysics a Taiwan. Ha iniziato questa caccia spaziale nel 2018, durante il suo dottorato alla University of British Columbia.
Il suo lavoro? Analizzare migliaia di immagini del cielo notturno e cercare puntini in movimento tra il caos di stelle e rumore cosmico. Detto così sembra semplice. Non lo è.
128 lune in un colpo solo

Il colpo grosso è arrivato a marzo, quando Ashton e colleghi hanno annunciato la scoperta di 128 nuove lune di Saturno. Un numero che ha fatto impallidire anche i fan più accaniti del pianeta dagli anelli. E che ha reso ufficiale un nuovo record: Saturno ha più lune di Giove, che per anni era stato in cima alla classifica.
Ma non aspettarti lune grandi e luminose come Titano o Encelado. Molte di queste nuove lune sono minuscoli frammenti di roccia, spesso di pochi chilometri di diametro, che orbitano Saturno in traiettorie caotiche e irregolari.
Come le hanno trovate?
La tecnica usata da Ashton e dal team è simile a quella degli astronomi che cercano asteroidi: si scattano più foto dello stesso pezzo di cielo a distanza di ore o giorni e si sovrappongono. Se qualcosa si muove, è un candidato.
Ma non basta vederlo una volta: per essere considerata una luna ufficiale, l’orbita dell’oggetto va tracciata e confermata più volte nel tempo.
Ci sono voluti anni di analisi, incroci di dati e simulazioni per dire con certezza: “ok, questa roccia appartiene a Saturno”. E Ashton ne ha trovate quasi duecento.
Perché è importante?

Oltre al “wow” astronomico, queste scoperte hanno valore scientifico concreto. Più lune troviamo, più capiamo:
- Come si è formato Saturno e il suo sistema di satelliti.
- Come funzionano le interazioni gravitazionali tra luna, pianeta e anelli.
- Quali tracce hanno lasciato collisioni e frammentazioni antiche, che potrebbero aver generato queste piccole lune irregolari.
Inoltre, alcune lune minori potrebbero fornire indizi sui materiali che compongono gli anelli o sull’origine di grandi lune come Titano.
E ora?
La caccia non è finita. Anzi, è appena cominciata. Le tecniche stanno migliorando, i telescopi diventano più precisi e i software di analisi sempre più intelligenti. Ashton e il suo team probabilmente hanno ancora altri corpi celesti da identificare.
E chissà: magari tra le lune minuscole ce n’è qualcuna con caratteristiche uniche, che potrebbe ispirare nuove missioni spaziali. O anche solo nuove domande, che è ciò che la scienza sa fare meglio.
Saturno non smette di stupire
Mentre tutti guardavamo i suoi anelli, Saturno ci stava nascondendo un piccolo esercito di satelliti. E grazie a Edward Ashton — e a un lavoro che definire meticoloso è dire poco — ora li conosciamo un po’ meglio.
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