Da quando è arrivata in Europa, Xiaomi (ma anche Oppo) ha dato una bella scossa al mercato degli smartphone, andando a saturare il mercato della fascia media e bassa con dispositivi economici ma, nel totale, veramente molto validi e spesso nominati “Best Buy”. Samsung ha chiaramente accusato il colpo ed è corsa ai ripari, sfornando, oltre ai soliti top di gamma, la nuova serie di Galaxy A per ogni bisogno, design e fascia di prezzo.
Gli assemblaggi e i materiali di casa Samsung, solitamente di qualità, li hanno sempre costretti a fare dispositivi a prezzi ridotti andando ad inficiare molto sugli altri componenti e sulle prestazioni generali, con il risultato di essere surclassati dal Redmi Note di turno sul rapporto qualità-prezzo. Per questo motivo, Samsung ha cominciato ad appoggiarsi agli ODM (Original Design Manufacturer), fabbriche cinesi di terze parti che si occupano della produzione, ma anche della progettazione dei dispositivi, consentendo di ridurre i costi generali e vendere così i terminali ad un prezzo finale più basso. Tra l’altro la diretta concorrenza (Honor, Xiaomi, Oppo e non solo) utilizza proprio questa strategia di produzione, soprattutto per i dispositivi di fascia bassa.
Samsung fino ad ora si è appoggiata agli ODM solo per alcuni dispositivi destinati al mercato cinese, ma adesso ha intenzione di ampliare questa strategia. Non si sa bene quali prodotti saranno interessati, ma probabilmente saranno gli entry level; per quest’ultimi infatti non importa molto il bel design, la personalità o i numeri nella scheda tecnica, ma che funzionino bene e siano affidabili nell’uso quotidiano. Stando alle fonti di Reuters, l’obiettivo per il 2020 è quello di commercializzare almeno 60 milioni di dispositivi prodotti con gli ODM su un totale di 300 milioni.