Ricordi i Samsung Galaxy Note 7 che esplodevano? Tu ci riderai su, ma il colosso coreano non tanto. Infatti dopo quel drammatico incidente che gli costò oltre 40 miliardi di dollari e la cessazione della produzione dello smartphone, recentemente Samsung è costretta ad affrontare un altro problema.
Secondo un portavoce dell’azienda, sulla linea di produzione delle DRAM è stata rilevata una contaminazione che ha reso i prodotti inutilizzabili e quindi invendibili.
Il danno sembra essere stato contenuto, ma si parla comunque di molte perdite che sarebbero quantificabili in diversi ma non specificati milioni di dollari.
Come la contaminazione possa essere avvenuta resta un mistero. Non sono state fornite informazioni sui dispositivi a cui queste DRAM erano destinate, nè si sa quali saranno le effettive ripercussioni commerciali dell’incidente.
Due cose sono certe: la prima è che l’ambizioso progetto di Samsung di diventare il maggior produttore di semiconduttori entro il 2030 rischia di saltare (un po’ come i Galaxy Note 7). La seconda è che episodi di questo genere nell’industria dei chip sono abbastanza frequenti. Toshiba ha avuto problemi con le memorie NAND e la taiwanese TSMC, pilastro dei semiconduttori, ha dovuto scartare proprio quest’anno 10.000 wafer di silicio, fondamentali per la fabbricazione di circuiti integrati, perché difettati a causa di alcune sostanze chimiche usate durante la produzione.
Purtroppo Samsung non se la sta passando proprio bene. Dopo il secondo trimestre 2019 in rosso con profitti dimezzati, ha dovuto affrontare anche i problemi degli schermi rotti del nuovo Samsung Fold. E ora questo DRAM-ma delle memorie. Speriamo per loro che il 2020 sia più fortunato.