Dopo aver visto i robot che comunicano tra di loro grazie ai feromoni, ad essere coinvolto nel mondo della robotica è un altro senso: arrivano infatti i robot con senso del tatto.
L’innovazione è merito di un team di ricerca dell’Università di Singapore, parte dell’Intel Neuromorphic Research Community, che ha dato vita a diversi studi che svelano la possibilità di equipaggiare i robot con progetti di computing neuromorfico. Grazie ai processori neuromorfici infatti, sarà possibile mostrare capacità di calcolo più performanti rispetto a quelle delle architetture tradizionali utilizzate nei computer e nei server per i calcoli fondamentali ed utili ad elaborare i dati sensoriali.
Robot con senso del tatto: qualche dettaglio
Mike Davies, direttore dell’Intel Neuromorphic Computing Lab, ha dichiarato: “Questa ricerca della National University of Singapore ci offre un interessante sguardo nel futuro della robotica, dove le informazioni sono sia percepite sia elaborate sulla base degli eventi combinando molteplici modalità”.
Arricchire i robot con il senso del tatto li aiuterebbe a percepire la struttura di un oggetto o di qualsiasi cosa in modo più performante e sarebbe un arricchimento per la robotica senza pari. Secondo i ricercatori di Singapore questo sarebbe possibile grazie alla pelle artificiale da loro recentemente sviluppata, che è capace di avvertire stimoli tattili con una velocità più di mille volte superiore rispetto al sistema nervoso umano, e di individuare tutte le caratteristiche di un oggetto in modo estremamente veloce.
Un braccio robotico equipaggiato con la pelle artificiale sarà in grado di adattarsi con facilità ai diversi prodotti sviluppati in fabbrica, e proprio il tatto potrà individuare oggetti a lui sconosciuti senza correre il rischio di danneggiarli a causa di un’eccessiva pressione o al contrario che cadano per una presa troppo debole.
U robot con senso del tatto potrebbero anche avere facilitata l’interazione con gli esseri umani sia per quello che riguarda la loro assistenza, sia in ambito chirurgico: “Realizzare un sensore ultrarapido per la pelle artificiale significa risolvere circa metà del problema di rendere più intelligenti i robot. Per completare il puzzle, serve anche un cervello artificiale in grado di percepire e imparare”. Ha spiegato il professor Harol Soh, del dipartimento di informatica dell’università di Singapore.
“Siamo entusiasti di questi risultati. Mostrano che un sistema neuromorfico è un componente valido nella combinazione di molteplici sensori per migliorare la percezione dei robot. È un passo verso la costruzione di robot robusti ed efficienti anche dal punto di vista energetico, in grado di rispondere in modo rapido e appropriato a situazioni imprevisti”. Ha concluso lo scienziato.