Mettiamola così: se oggi un robot ti dicesse “tranquillo, ci penso io”, non ti verrebbe da dargli in mano un bisturi. E invece è successo: un robot ha appena eseguito da solo, senza aiuti umani, un’intera operazione chirurgica.
Zero joystick. Zero mano umana. Solo IA, precisione e un sacco di video chirurgici guardati come se fosse in binge-watching.
Il robot si chiama SRT-H (Surgical Robot Transformer–Hierarchy) ed è stato sviluppato dai ricercatori della Johns Hopkins University. Il suo debutto? Una bella rimozione della cistifellea su un simulatore di paziente. E non solo ci è riuscito: ha preso decisioni da solo, si è corretto quando serviva e ha portato a termine l’intervento con la freddezza di un veterano.
Dai percorsi predefiniti alla chirurgia vera: cosa cambia con SRT-H
Già qualche anno fa la stessa università aveva presentato un altro robot, STAR, capace di operare in laparoscopia… ma seguiva un copione rigido. Un po’ come fargli fare la patente su un circuito chiuso.
Con SRT-H, il livello è completamente diverso. È come passare da una guida su pista a un viaggio nel traffico di Roma sotto la pioggia, con deviazioni improvvise e motorini ovunque. Solo che qui si parla di tessuti, arterie e decisioni chirurgiche in tempo reale.
Come ha imparato a operare?
Guardando video. Ma non quelli su YouTube. Parliamo di interventi reali su cadaveri di maiale, registrati dai chirurghi della Johns Hopkins. A ogni scena, delle didascalie spiegavano cosa stava succedendo: “Afferra qui. Taglia là. Occhio a quell’arteria.” E lui, con pazienza e metodo, ha imparato ogni gesto. Fase dopo fase.
Quando è arrivato il momento di operare per davvero (su un simulatore, va detto), SRT-H ha eseguito tutti e 17 i passaggi previsti con una precisione del 100%. Sì, ci ha messo più tempo di un chirurgo umano, ma il livello di accuratezza ha lasciato tutti a bocca aperta. E lo ha fatto anche quando le cose si complicavano, come in una vera emergenza.
Parla, ascolta e si fa guidare (quando serve)

Cosa ancora più impressionante: il robot capisce i comandi vocali, tipo “afferra la testa della cistifellea” o “muovi il braccio a sinistra”. Un po’ come uno specializzando alle prime armi che segue le dritte del primario, ma senza ansia, senza mani che tremano e senza pause caffè.
L’architettura alla base? È simile a quella di ChatGPT, ma qui è stata allenata non per chiacchierare, ma per fare chirurgia. E a quanto pare, ci riesce dannatamente bene.
E quindi? Addio chirurghi?
No, calma. Nessuno vuole sostituire i medici (almeno per ora). L’idea è affiancarli, specialmente nei casi in cui l’accesso alla chirurgia è limitato o in contesti d’emergenza.
Come ha detto Ji Woong “Brian” Kim, primo autore dello studio: “Un tempo pensavamo che un robot autonomo in sala operatoria fosse un sogno lontano. Ora è decisamente più vicino.”
Il futuro? È già sul tavolo operatorio
Siamo ancora agli inizi, certo. Ma questa dimostrazione cambia le carte in tavola: da automi che eseguono comandi a sistemi intelligenti che capiscono davvero cosa stanno facendo. E che potrebbero salvare vite dove oggi non c’è nemmeno un medico.
Magari tra qualche anno, quando ti diranno “ti opera il robot”, non penserai più a un incubo da film… ma a qualcosa di rassicurante. O almeno, super preciso.
Meta description: Un robot ha eseguito per la prima volta un intervento chirurgico da solo. Nessun aiuto umano. È l’inizio dell’era della chirurgia autonoma.
Call to action:
La chirurgia autonoma è già realtà. Vuoi scoprire dove ci porterà la prossima frontiera dell’IA?
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