Andrea Kasinski, biologa cellulare della Purdue University, insieme al suo team, ha scoperto che alcune delle spiegazioni dovuta alla resistenza dei tumori polmonari alle cure farmacologiche sono da ricercare nel regolatore epigenetico. Quando le cellule perdono l’istone manifestarsi (KMT5C), i geni ce stavano reprimendo il KMT5C vengono invece espressi, portando alla resistenza agli inibitori del recettore del fattore di crescita epidermico.
Questa nuova informazione apre la strada per lo sviluppo di future terapie e offre a ricercatori e medici una visione più approfondita della biologia e della progressione dei tumori, in particolare del ruolo che un regolatore epigenetico svolge nella resistenza ai farmaci, un fenomeno che non è ben compreso.
È infatti importante ricordare, per quanto riguarda il tumore ai polmoni, nella fattispecie il carcinoma polmonare non a piccole cellule, un tipo di cancro diffuso e tipicamente incurabile che costituisce l’80% -85% dei tumori polmonari, generale trattato con inibitori della tirosin-chinasi, in particolare inibitori del recettore del fattore di crescita epidermico, che il 15%-20% di questi pazienti diventerà resistenti ai trattamenti previsti dal protocollo, con conseguente decesso.
I ricercatori hanno intuito in parte la causa di questo risultato infausto: le cellule sviluppano una mutazione che porta alla resistenza, ma circa il 50% di quei pazienti resistenti alle terapie standard rimane inspiegabile.
I risultati degli studi della biologa cellulare Andrea Kasinski e collaboratori, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cancer Research.
Regolatore epigenetico nel tumore ai polmoni: ecco cosa ha scoperto la ricerca
“Per la maggior parte dei geni che contribuiscono al cancro, non siamo ancora sicuri di come funzionino”, ha dichiarato Kasinski: “E per molti, non abbiamo un modo per indirizzarli terapeuticamente. Ricerche come questa, che ci aiutano a capire come funzionano quei geni per determinare gli esiti del cancro, si aggiungono alla nostra comprensione della situazione. Questa conoscenza alla fine ci porterà a migliorare i trattamenti terapeutici”.
Kasinski è un esperta su come un regolatore epigenetico, in particolare gli RNA non codificanti, influenza gli esiti del cancro, inclusa la resistenza alle terapie. Sono i professori associati William e Patty Miller presso il Dipartimento di scienze biologiche del Purdue’s College of Science, nonché ricercatori che studiano l’identità cellulare e la segnalazione con il Purdue Center for Cancer Research. Miller è esperta in scoperta e caratterizzazione di target, consegna e formulazioni e modelli di malattie in vivo con il Purdue Institute for Drug Discovery.
Kasinski e il suo team hanno identificato il gene KMT5C utilizzando uno schermo CRISPR-Cas9 globale dopo aver sfidato le cellule con un inibitore del recettore del fattore di crescita epidermico. Il team di ricerca Ha selezionato le cellule che sono cresciute e quindi ha individuato le mutazioni, scoprendo che KMT5C era il gene mutato in modo più significativo.
Gli studiosi hanno convalidato i risultati in altre linee cellulari utilizzando il knockdown genetico e l’inibizione chimica di KMT5C, portandoli a scoprire che il gene MET, un importante gene del cancro, si è mostrato sovraregolato.
Gli scienziati hanno sfruttato l’immunoprecipitazione della cromatina con un anticorpo per il segno di metilazione prodotto da KMT5C per determinare che un RNA che migliora l’espressione di MET è normalmente metilato e, quindi, non espresso. Quando le cellule perdono KMT5C, l’RNA viene espresso, portando all’espressione di MET e alla successiva resistenza alla terapia.
Nel mondo, si stima che nel 2020 si siano verificati circa 19,3 milioni di nuovi casi di cancro (18,1 milioni escluso il cancro della pelle non melanoma) e quasi 10,0 milioni di decessi per cancro (9,9 milioni escluso il cancro della pelle non melanoma).
Circa 2,3 milioni di nuovi casi (11,7%), seguiti da tumori del polmone (11,4%), del colon-retto (10,0%), della prostata (7,3%) e dello stomaco (5,6%). Il cancro del polmone è rimasto la principale causa di morte per cancro, con una stima di 1,8 milioni di decessi (18%), seguito dal cancro del colon-retto (9,4%), del fegato (8,3%), dello stomaco (7,7%) e del seno femminile (6,9%).
Il cancro del polmone è la causa più comune che porta ad un risultato infausto, e cioè al decesso del paziente. Si stima che sil carcinoma polmonare interessi quasi un decesso per cancro su cinque. La sopravvivenza del cancro del polmone è principalmente determinata dallo stadio in cui viene diagnosticato: una diagnosi tardiva garantisce una scarsa sopravvivenza a questo tipo di polmone.
Negli uomini, il cancro del polmone è il tumore più comune diagnosticato e i tassi di cancro del polmone più alti si trovano nell’Europa centrale e orientale e nell’Asia orientale. Nelle donne, il cancro del polmone è il terzo tumore più comune e i tassi più alti si registrano in Nord America, Nord Europa e Asia orientale.
In Italia, nel 2021, sono stimati 34mila decessi per cancro del polmone, 21.700 per il colon-retto, 12.900 per il pancreas, 12.500 per la mammella e 8.500 per lo stomaco. “Un’indagine condotta dalla nostra società scientifica – ha dichiarato Anna Sapino, Presidente Siapec-Iap – ha stimato, a livello nazionale, l’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 sugli interventi chirurgici dei tumori della mammella e del colon-retto. Per il tumore della mammella, il numero di casi operati nel 2020 è risultato inferiore del 12% (-805 casi) rispetto al 2019, e questa riduzione si è osservata per le neoplasie di tutte le dimensioni, in particolare per quelle più piccole”.
“I risultati di questa indagine – ha aggiunto Sapino – fanno emergere, in generale e per entrambe le patologie, una diminuzione dei tumori in situ caratterizzati da alte probabilità di guarigione (-11% per la mammella, -32% per il colon-retto), che può essere la conseguenza della temporanea riduzione degli screening oncologici nel 2020″.