La Stazione spaziale internazionale non aveva mai vissuto una situazione simile. Tutti gli otto porti di attracco sono occupati in contemporanea e questo rende l’avamposto orbitale il punto più trafficato della sua storia. È un’immagine chiara di come sia cambiata la gestione della vita in orbita: più veicoli, più rotazioni, più moduli in movimento e una coordinazione che richiede attenzione continua.
La NASA conferma che questa configurazione completa è il risultato di una sequenza di manovre studiata per sostenere una fase intensa della missione Expedition 73. Per capire perché questo momento è significativo, conviene guardare come è composta la “flotta” parcheggiata attorno alla struttura.
I veicoli agganciati alla ISS in questo momento
L’elenco è lungo e mostra la varietà di partner coinvolti. Ci sono due capsule Dragon di SpaceX, usate per equipaggi e rifornimenti; due navette russe Soyuz, fondamentali per la rotazione degli astronauti; due cargo Progress, che trasportano materiali e combustibile; la navetta americana Cygnus dedicata ai rifornimenti; e infine Htv-X1, il cargo giapponese di nuova generazione sviluppato da JAXA.
La presenza contemporanea di otto veicoli non è solo una curiosità. Richiede un controllo attento dell’assetto della Stazione, perché ogni navicella deve restare integrata nei sistemi di bordo, senza interferire con antenne, pannelli solari o moduli pressurizzati. È una condizione che dimostra il livello raggiunto dal coordinamento tra agenzie spaziali, ciascuna con procedure, software di navigazione e sistemi automatici differenti.
La gestione degli otto porti tra moduli e procedure
Non tutti i porti della ISS hanno la stessa funzione. Alcuni sono compatibili con attracchi automatici, altri richiedono procedure guidate da terra, altri ancora possono ricevere solo determinati moduli. Ospitare otto veicoli significa incastrare correttamente impegni e orbite con un margine ridotto di manovra.
Per ogni attracco viene programmato l’orientamento della Stazione, l’uso dei piccoli propulsori e il controllo di stabilità, così da evitare vibrazioni che potrebbero danneggiare gli strumenti scientifici. In questa fase la ISS si comporta come un vero snodo operativo: arrivi, spostamenti interni, trasferimenti di materiale e preparazione ai rientri avvengono senza pause, con una tabella di marcia quasi continua.
Il ruolo del Canadarm2 nello spostamento della Cygnus
Il record attuale non sarebbe stato possibile senza una manovra particolare. La navetta Cygnus è stata sganciata e riposizionata grazie al braccio robotico Canadarm2. Questa operazione ha liberato un porto necessario all’arrivo della Soyuz MS-28, che ha attraccato il 27 novembre con un nuovo equipaggio.
Canadarm2 è fondamentale quando la ISS deve redistribuire i veicoli attorno alla struttura. Non sempre le navette possono attraccare direttamente nel punto ideale, quindi vengono spostate come pezzi in una stazione ferroviaria orbitante. Ogni riposizionamento serve ad aprire spazio a future missioni, a facilitare attività scientifiche o a permettere nuove rotazioni degli astronauti.
Dieci astronauti impegnati nella Spedizione 73
A bordo ci sono dieci astronauti, un numero che implica una programmazione serrata. Il gruppo gestisce attività di ricerca, aggiornamenti dei sistemi, manutenzione dei moduli e preparazione ai ritorni a Terra. Con otto veicoli presenti, la gestione delle emergenze è più flessibile, perché ogni equipaggio ha a disposizione capsule per eventuali evacuazioni.
La convivenza tra veicoli diversi è parte del funzionamento moderno della Stazione. Gli astronauti devono monitorare costantemente pressioni interne, consumi, trasferimenti di materiali e cambi di configurazione. La presenza di così tante navette consente anche rifornimenti ravvicinati e un ricambio rapido di attrezzature scientifiche.
La partenza dell’8 dicembre con la Soyuz MS-27
Proprio per mantenere questo equilibrio, l’8 dicembre è prevista la partenza della Soyuz MS-27. A bordo ci saranno Jonny Kim della NASA e i cosmonauti russi Sergey Ryzhikov e Alexey Zubritsky. La navetta si sgancerà dal modulo Prichal, eseguirà la manovra di frenata, entrerà negli strati più densi dell’atmosfera e completerà il rientro in Kazakistan con l’apertura del paracadute.
La loro partenza libererà uno dei porti e offrirà nuovo margine alla programmazione successiva. Tuttavia la riduzione sarà temporanea, perché il calendario prevede già ulteriori arrivi, sia di cargo sia di capsule con equipaggio.
Perché questo record è rilevante per l’attività spaziale
Vedere la ISS completamente occupata è un indicatore chiaro della fase storica in cui si trova. Non è più solo un laboratorio isolato che ospita saltuarie missioni scientifiche. È un insieme di moduli interconnessi che sostiene rifornimenti continui, rotazioni costanti e un traffico crescente di veicoli provenienti da diversi programmi spaziali.
Il fatto che otto navette possano restare attraccate in sicurezza è il risultato di anni di aggiornamenti, manutenzione e perfezionamento dei sistemi automatici. Dimostra che l’avamposto può gestire carichi complessi senza perdere stabilità. È anche un segnale della cooperazione tra più agenzie, capace di mantenere operativa una struttura che orbita a più di 400 chilometri dalla superficie.
Il quadro attuale mostra un ambiente orbitale più dinamico, con una Stazione che agisce da hub permanente. Questa capacità di accogliere missioni multiple contemporaneamente sarà utile anche per i programmi futuri, dalle piattaforme commerciali fino ai progetti lunari.
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