Il mondo dei monopattini elettrici si sta espandendo sempre di più, Eleglide S1 si vuole affermare come scelta primaria budget, e visti i competitor potrebbe anche riuscirci, ma serve più attenzione ai particolari.
Eleglide S1: Presentazione
Una cosa che ho particolarmente apprezzato del packaging, è che non richiede particolarissime attenzioni di montaggio in stile IKEA, anzi ti arriverà praticamente già montato completamente. Dovrai solo fissare bene i bulloni e avvitarne due per il display principale.
Ti verranno fornite 4 brugole di diverse dimensioni, il caricabatterie, due copie delle chiavi di accensione, e dei cuscinetti con biadesivo. Il caricatore ha il cavo di alimentazione estraibile, così se dovessi rompere il cavo sarà facilmente sostituibile con pochi spiccioli.
Dovrai assicurarti di stringere molto bene con le brugole il grip del manubrio, perché come poi ti spiegherò più avanti è vitale. Il primo problema è però il fanalino anteriore, montato in una posizione estremamente scomoda. Infatti è montato precisamente sul parafango anteriore, e richiede il blocco di una vite per poterlo stringere correttamente, e la vite è a 1 cm circa dalla ruota, praticamente un danno telefonato, ma anche su questo ci arriverò dopo.
Eleglide S1 purtroppo non ha altro che un fanale anteriore da pochi lumen e lo stop, abbastanza visibile ma non troppo. Un display per il voltaggio e uno più grande per il controllo parametri di velocità, batteria e modalità di corsa.
Il manubrio è estensibile fino ad un’altezza massima complessiva di 118 cm, mentre il manubrio è lungo 54 cm, ma ha la possibilità di essere piegato in modalità compatta di circa 25 cm; la lunghezza dell’Eleglide S1 è invece di 115 cm, con un diametro delle ruote di 25,5 cm. Tutto sommato è molto compatto, ma non dà certo l’impressione di essere fragile, anche se pesa solo 16 kg circa. Il peso poi è la comodità più grande, perché Eleglide S1 si piega in un secondo, ed è abbastanza leggero da poter essere trasportato per qualche metro, per esempio per salire sui mezzi pubblici al volo.
Purtroppo montandoci sopra, si avverte subito una certa instabilità complessiva, dovuta probabilmente alla giuntura mobile del manubrio, che serve a ripiegare velocemente l’Eleglide S1 in modalità compatta, utile per carità, ma per l’appunto rende tutto un po’ instabile. Questa instabilità è dovuta appunto principalmente a difetti strutturali, ad esempio l’asta del manubrio quando si ripiega o si spiega rimane libera di gioco di qualche millimetro, ma abbastanza da creare vibrazioni su tutto l’Eleglide S1.
Senza guarnizioni dove ripercuoterle si ha appunto questa sensazione di perderne il controllo. Anche le sospensioni, pressoché inesistenti, aumentano le vibrazioni al punto di sentirle sulla propria schiena.
Vi è poi il generale disinteresse mostrato nel fissaggio dei bulloni di fabbrica. Se non si serra con cura il manubrio, dopo qualche metro te lo ritroverai abbassato all’improvviso, e può essere MOLTO pericoloso.
Lo stesso vale per il fanalino anteriore, nonostante lo avessi fissato con cura, e nonostante la posizione poco comoda, dopo 30 km mi si è staccato, ho perso il bullone e lo spessore di fissaggio, facendo scorrere la vite di fissaggio sulla ruota, rischiando di squarciarla, e facendo sbattere il fanalino dappertutto, distraendomi e facendomi quasi cascare dallo spavento.
Meno male che la pedana antiscivolo è ottima e larga, e mi ha consentito di recuperare velocemente, per evitare di fare la fine di un gatto in autostrada. Pessima esperienza dovuta ad un errore di progettazione anche un po’ banale; vivo a Firenze, e capita di passare sui sanpietrini, ma la beffa è che si è staccato mentre ero in discesa su una strada liscia, solo con le vibrazioni del vento.
Spero che mi sia arrivato un esemplare difettato, e che non sia un problema di tutta la linea prodotta. Montare il fanalino sul parafango, dove si scatenano tutte le forze più disparate, non è stata una scelta diciamo illuminata.
Eleglide S1: Prestazioni
A proposito di illuminazione, la visibilità con scarsa illuminazione è come andar di notte con una lucciola in un barattolo. Per fortuna abito in una città illuminata a giorno, altrimenti avrei rischiato la vita svariate volte. La mancanza di potenza del fanalino è solo una delle tante mancanze, anche lo stop è poco visibile, e manca di luci di posizione laterali; voglio dire bastavano due led, niente di pretenzioso.
Il motore dell’Eleglide S1 invece si fa notare: 400W, 36V, Max rpm 750±30r/min, Max Torsion ≥20N.m, e una velocità massima di 25 km/h, anche se il sito del produttore ne dichiara 24. L’accelerazione è molto convincente, anche su erba e sterrato, ma ti consiglio vivamente di non sfidare la sorte per via delle sollecitazioni assurde; mancando di ammortizzatori adeguati, ti rovineresti la schiena.
Sul quadrante principale potrai selezionare tra 3 modalità, ovvero lento, medio e sportivo. Peccato però che siano totalmente inutili, e finirai per usare solo la modalità 3, visto che l’acceleratore a grilletto ha un’ottima sensibilità.
In salita, se rimarrai entro i 20% di inclinazione andrà tutto a meraviglia, mentre se ti sentirai avventuroso e ti spingerai oltre, semplicemente ti si fermerà e dovrai proseguire a piedi.
OCCHIO QUANDO SEI A PIEDI! Spegnilo immediatamente, i produttori dicono che l’Eleglide S1 ha un sistema di sicurezza per cui, se acceleri da fermo non parte fino al raggiungimento dei 3km/h, esattamente la velocità di passeggio. Se per caso portandolo a mano mentre cammini ti venisse da stringere per sbaglio l’acceleratore a grilletto, finirebbe molto male, visto che nel bene o nel male l’accelerazione è davvero potente.
La manovrabilità e l’angolo di sterzata sono davvero ottimi, ho provato curve strettissime per scendere nei sottopassaggi, a 5 km/h, senza mai dover poggiare i piedi, che è una gran cosa davvero, merito anche delle ruote larghe. Vivendo a Firenze, mi trovo un po’ dappertutto le rotaie della tramvia, e le ruote belle toste e larghe dell’Eleglide S1 se le bevono una meraviglia.
Il carico massimo che può reggere è di 120 kg, ma è anche vero che ne limita di un bel po’ le capacità generali. Per esempio la durata delle batterie, che facendo una prova fisso in modalità sportiva, ha retto 32 km con una persona da 50 kg a massima carica, mentre si è ridotta a 20km con una persona di 90kg, TIPO ME.
Ho anche notato che l’indicatore di batteria non è affatto affidabile, per esempio da cinque tacche, il massimo, a tre tacche, percorre quasi 15 km, ma da tre a zero solo 5 km. Infatti sono rimasto fregatissimo la prima volta. Quindi è meglio fare una carica di rodaggio e segnarsi i km massimi. La ricarica da zero completa, impiega circa due ore e mezza, e le prestazioni da carica piena a metà cambiano considerevolmente, specie nell’accelerazione.
Il freno è singolo e posteriore a disco, il che mi ha lasciato un po’ perplesso, non sono proprio il fan numero uno dei freni meno sicuri del nostro pianeta, ma devo dire che usandolo tutti i giorni ho imparato a fidarmi.
La frenata da 25km/h impiega circa 4 m di frenata, ma ha un lieve freno motore in discesa e lasciando l’acceleratore, che riduce sensibilmente la sensazione di pericolo imminente. Anche se a pendenze di 30% il freno motore è completamente OUT, ho toccato i 40km/h.
Non ho notato frenata di recupero, e penso che non esista, non ho trovato informazioni a riguardo, ma non ho neanche notato fluttuazioni sensibili nella carica.
Tutto sommato però al prezzo di €359 non ci sono moltissime scelte, e ne ho visti decisamente di peggiori, nel senso che non dovrebbero neanche avere il permesso di circolare. Credo tuttavia che con qualche accorgimento in più, potrebbe davvero diventare un must buy.