Ok, senti questa. Sotto l’oceano Pacifico, in zone dove non arriva un filo di luce e la pressione ti schiaccerebbe come una lattina, vivono dei mini-ragni di mare. Ma non sono lì a fare i predatori tipo “Alien” versione acquatica. No. Questi ragnetti, lunghi un centimetro scarso, campano… a metano.
Sì, proprio quel metano di cui di solito sentiamo parlare solo quando si tratta di clima, riscaldamento globale, mucche e gas serra. Qui invece diventa… cibo. Letteralmente. E no, non lo digeriscono da soli: si fanno aiutare da batteri speciali che crescono direttamente sul loro corpo. Come un orto personale portatile.
Chi sono questi ragni e cosa diavolo stanno facendo
Li hanno trovati dei ricercatori al largo della California e dell’Alaska. Tre specie nuove di zecca, tutte parte del genere Sericosura, che vivono nei cosiddetti “methane seeps”, cioè zone dove il metano filtra fuori dal fondale marino in bolle. Nessuno le aveva mai viste prima, né tantomeno immaginato il loro trucco per sopravvivere.
I batteri che vivono sulla loro corazza usano il metano e l’ossigeno per produrre zuccheri e grassi. E i ragni? Se li mangiano. Letteralmente si grattano via la superficie e si nutrono dei batteri che crescono lì sopra. Un po’ come se tu potessi farti crescere dei toast sulla schiena e fare colazione senza alzarti dal letto.
Non hanno nemmeno le zanne

A differenza di altri ragni di mare che usano zanne e mandibole per predare meduse e roba molliccia, questi non hanno proprio gli strumenti per cacciare. Sono più simili a piccoli agricoltori che si coltivano la cena addosso. E già questo li rende abbastanza unici.
Ma c’è di più. Quando si riproducono, la femmina depone le uova… dalle ginocchia. Giuro. E il maschio le raccoglie con le sue zampette e se le porta in giro tipo braccialetti. Quando le uova si schiudono, i batteri “genitori” si trasferiscono sui cuccioli. Voilà, primo pasto servito.
Ma quindi che ce ne frega, in fondo sono solo ragni sul fondo del mare?
Eh. No. Intanto, il metano che questi batteri si mangiano è roba che altrimenti finirebbe nell’atmosfera. Quindi sì, tecnicamente questi mini-ragni aiutano a trattenere il metano nel fondale marino. E visto che il metano è un gas serra ben più potente della CO₂… capisci il potenziale?
Poi c’è un’altra cosa interessante: studiare come questi batteri si trasmettono da padre a figlio potrebbe insegnarci qualcosa anche sul nostro microbioma. Hai presente i batteri dell’intestino che ci aiutano a digerire e a vivere in equilibrio? Ecco, parte di quelli li prendiamo già da neonati. Quindi sì, le connessioni ci sono, anche se sembrano lontane anni luce.
E allora? Cosa succede adesso?
Secondo i ricercatori, il fondale oceanico è pieno di habitat super specifici, con creature che vivono solo lì. Se iniziamo a trivellare o estrarre minerali a casaccio (perché sì, è in programma anche quello), rischiamo di distruggere ecosistemi che non conosciamo neanche. E magari buttiamo via, senza accorgercene, qualcosa che potrebbe aiutarci a combattere l’inquinamento.
Ma poi vuoi mettere il fascino? Dei ragnetti che vivono a chilometri di profondità, si coltivano la cena sulla schiena e nutrono i figli con batteri metanotrofi? Altro che fantasy. La realtà, a volte, è più folle di qualsiasi serie Netflix.
Se queste cose ti mandano in tilt il cervello (in senso buono), resta con noi
Seguici su Instagram: @icrewplay_t. Promettiamo zero ragni sulle ginocchia, ma un sacco di meraviglie dal mondo reale.