Nel 2018, gli astronomi hanno catturato la prima immagine di un buco nero, offrendo uno sguardo rivoluzionario all’orizzonte degli eventi. Durante questa osservazione storica, il buco nero M87*, situato a circa 55 milioni di anni luce dalla Terra, ha emesso un’enorme esplosione di raggi gamma, un evento straordinario che gli scienziati stanno ancora studiando.
Un lampo di raggi gamma senza precedenti
L’esplosione è stata rilevata durante la campagna osservativa del 2018 condotta dal team dell’Event Horizon Telescope, che ha combinato i dati raccolti da 25 telescopi terrestri e orbitali. Secondo Giacomo Principe dell’Università di Trieste, coautore dello studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics, si tratta del primo evento di questo tipo osservato in M87 in oltre un decennio. Questo ha permesso di determinare con precisione la dimensione della regione responsabile dell’emissione dei raggi gamma.
L’esplosione è stata così intensa da superare di decine di milioni di volte le dimensioni stesse del buco nero. Il fenomeno si è esteso per un’area equivalente a 170 volte la distanza tra il Sole e la Terra, durando circa tre giorni terrestri.
Cosa ha causato l’esplosione?
Gli scienziati ritengono che il lampo sia stato causato dall’interazione tra il materiale consumato dal buco nero e il suo campo magnetico esterno. Questi fenomeni, tra i più violenti nell’universo, sono estremamente difficili da osservare perché visibili solo in specifiche lunghezze d’onda.
Kazuhiro Hada, ricercatore dell’Università di Nagoya, ha sottolineato che l’attività di un buco nero supermassiccio è altamente imprevedibile, rendendo complesso prevedere quando si verificherà un’esplosione simile. Inoltre, l’analisi ha rivelato che la regione della flare presenta una struttura complessa, con caratteristiche variabili in base alla lunghezza d’onda.
Un impatto sul buco nero stesso
L’evento è stato così violento da modificare la struttura ad anello del buco nero osservata nell’immagine. Questo suggerisce una relazione intrigante tra l’esplosione e il comportamento del buco nero, aprendo nuove domande su questi oggetti celesti.
Secondo Sera Markoff, professoressa dell’Università di Amsterdam, l’osservazione rappresenta un’opportunità unica per testare teorie sull’origine di queste esplosioni. “Per la prima volta, possiamo combinare l’imaging diretto delle regioni vicino all’orizzonte degli eventi con i dati delle esplosioni di raggi gamma per comprendere meglio i processi di accelerazione delle particelle.”
Un mistero ancora da risolvere
Nonostante i progressi, molte domande restano senza risposta. Ad esempio, come e dove vengono accelerate le particelle nei getti dei buchi neri supermassicci? Eventi come questo forniscono indizi cruciali, ma il quadro generale è ancora lontano dall’essere completo.
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