Il relitto della Quest, la nave dell’ultima spedizione dell’esploratore anglo-irlandese Ernest Shackleton, è stato finalmente ritrovato. Shackleton morì a bordo della Quest il 5 gennaio 1922, a soli 47 anni, durante il suo quarto viaggio verso l’Antartide. L’esploratore è deceduto a causa di un infarto mentre attraversava l’Atlantico meridionale.
La nave, dopo la morte di Shackleton, ha continuato a essere utilizzata per decenni. La Quest fu impiegata in operazioni di soccorso, viaggi di esplorazione e persino nella caccia alle foche. Durante una di queste battute di caccia, nel 1962, la nave affondò tra i ghiacci del mare di Labrador, nell’Atlantico settentrionale. Ora, a 390 metri di profondità, i suoi resti sono stati individuati grazie a una spedizione internazionale guidata dalla Royal Canadian Geographical Society.
Il ritrovamento della Quest è particolarmente significativo poiché coincide con il 150° anniversario della nascita di Shackleton
Le ricerche sono state minuziose: gli storici diari di bordo e le mappe sono stati riesaminati attentamente, e i dati raccolti sono stati elaborati con tecnologie moderne per determinare il punto esatto dell’affondamento. I sonar, utilizzati dagli esperti del Marine Institute presso la Memorial University of Newfoundland in Canada, hanno fatto il resto.
David Mearns, cacciatore di relitti che ha partecipato alla spedizione, ha dichiarato: “Posso confermare in via definitiva che abbiamo trovato il relitto della Quest. È intatta”. Le immagini ad alta risoluzione del sonar corrispondono perfettamente alle dimensioni e alle caratteristiche strutturali note della nave. “Sono coerenti anche con gli eventi avvenuti al momento dell’affondamento,” ha aggiunto Mearns.
John Geiger, amministratore delegato della Royal Canadian Geographical Society e capo della spedizione, ha sottolineato l’importanza del ritrovamento.
“Il ritrovamento della Quest è uno dei capitoli finali nella straordinaria storia di Sir Ernest Shackleton,” ha detto Geiger.
“Shackleton era noto per il suo coraggio e la sua genialità come leader in situazioni di crisi. La tragica ironia è che la sua fu l’unica morte avvenuta su una delle navi sotto il suo diretto comando.”
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