Tre aerei. Sei mesi. Stessa portaerei. Tutti finiti in acqua.
No, non è la trama di una satira militare, è quello che sta succedendo davvero sulla USS Harry S. Truman, portaerei della Marina statunitense impegnata nel Mar Rosso.
E il conto? Oltre 200 milioni di dollari letteralmente buttati a mare. Bravo Pentagono.
Il terzo splash non si scorda mai
Questa settimana un altro F/A-18F Super Hornet, jet biposto da 67 milioni di dollari, è finito giù dal ponte durante un atterraggio mancato.
I piloti? Si sono eiettati in tempo, nessuno si è fatto male. Ma intanto un altro caccia ha detto addio alle acque del Mar Rosso.
E sai qual è la parte più assurda? È già il secondo incidente simile in meno di due settimane.
A fine aprile, un altro Super Hornet è volato fuori bordo durante una manovra d’emergenza per evitare un attacco con droni da parte dei ribelli Houthi dello Yemen.
E no, non è finita qui.

Flashback: dicembre da dimenticare
Torniamo a dicembre 2024.
Appena uscita dal Canale di Suez, la Truman arriva in Medio Oriente e… boom.
Altro Super Hornet perso, questa volta per errore di fuoco amico tra la Truman stessa e la USS Gettysburg. Coordinazione perfetta, no?
Totale: tre jet in mare, un mercantile speronato a febbraio, e un comandante rimosso. Ma oltre a questo? Nulla. Nessun report, nessuna spiegazione chiara.
“Stiamo ancora indagando”, ripete la Marina. Intanto l’oceano ringrazia per i nuovi giocattoli.
Dove vanno a finire tutti questi soldi?
La domanda è semplice: come si fa a perdere così tanta tecnologia in così poco tempo?
Siamo nel bel mezzo di un’escalation bellica con gli Houthi, le tensioni sono alte, ma le spiegazioni scarseggiano. E i Super Hornet non sono droni da due spicci. Sono gioiellini tecnologici con addestramento, manutenzione e sistemi avanzati.
E mentre si continua a pompare denaro nel Pentagono, altri settori vengono tagliati col machete. C’è qualcosa che non torna, o meglio: qualcosa che va letteralmente a fondo.
Tanta efficienza, pochissime risposte

L’unica conseguenza nota? Il comandante della Truman è stato licenziato a febbraio, dopo la collisione con una nave mercantile panamense.
Per il resto? Silenzio. Nessun dettaglio sulle condizioni di volo, sullo stato dei velivoli o sulle responsabilità interne.
E intanto noi qui, a chiederci se c’è un buco nero sul ponte della Truman o se qualcuno ha scambiato l’hangar per una piscina.
Tre jet caduti, milioni persi e ancora nessuna risposta concreta.
Se ti sembra normale, forse stai guardando troppo Top Gun.
Che ne pensi? È colpa della sfortuna o di una gestione imbarazzante?
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